“Porco Rosso”, piccolo capolavoro del realismo magico giapponese

Articolo di Gordiano Lupi

Kurenai no buta, alla lettera Il maiale cremisi, in italiano è stato sempre tradotto con il più esplicito Porco Rosso, basato sul manga scritto e disegnato dallo stesso regista (Hikoteljidai), è la quarta pellicola di animazione dello Studio Ghibli. Piccolo capolavoro del realismo magico giapponese, costruisce la leggenda di Marco Pagot, un pilota italiano che sopravvive a una strage durante la Seconda Guerra Mondiale, ma ne esce trasformato nel volto che assume le sembianze del grugno di un maiale. Tutto è ambientato in Italia, nel 1929, con stupende scenografie di cielo e mare, colori bianchi e azzurro dominanti, riproduzioni fedeli di Adriatico, Istria, persino dei navigli di Milano. Parte dell’azione si svolge nell’albergo della fascinosa Gina (una vecchia fiamma del pilota), situato su un’isola immaginaria (non sappiamo se della Dalmazia o del Lago Maggiore), dove i protagonisti degli scontri aerei si ritrovano per passare le serate davanti a un bicchiere di vino, ascoltando musica. Non mancano i pirati dell’aria, i soliti cattivi che così cattivi non sono e al termine diventano buoni, si lavano e si profumano per piacere alla giovane Fio, che aiuta Porco Rosso nelle sue imprese. La storia ha un andamento sognante, da fiaba militare antifascista, con la frase che resta impressa: Meglio maiale che fascista!, che sottolinea tutto il disprezzo di Miyazaki per le dittature. Gran parte del racconto si svolge nei cieli italiani, immortalati dal Maestro con animazioni suggestive e disegni evocativi, ma anche con dialoghi e situazioni che lo fanno sembrare un dramma sentimentale più che una pellicola di azione. Porco Rosso è un romantico cacciatore di taglie che mette in scena una sfida con l’americano Donald Curtis, asso dell’aviazione americana e rivale in amore del nostro eroe, uno scontro all’ultimo colpo, che termina come un match di pugilato. Alla fine tutti sono molto cavallereschi, nobili d’animo e pieni di buoni sentimenti, con il Porco che – baciato dalla piccola Fio – ritorna umano, ma lo spettatore non vede le sue vere sembianze. Resta il dubbio se l’amore tra Marco e Gina finisca per concretizzarsi (pare di vedere l’aereo di Porco Rosso parcheggiato nel giardino), mentre Curtis torna in America e diventa un attore di successo. Tutto è avvolto nel mistero. Interessante che il lungometraggio venga prodotto durante la guerra di Jugoslavia e che sia ambientato in quella zona del conflitto, pur se in un periodo storico diverso. Miyazaki si supera parlando di Grande Depressione, di lavoro che manca e di miseria, con gli uomini che fuggono in America e a lavorare restano solo donne (si veda il Cantiere Piccolo, dove ripara l’aereo). Non possono mancare le vecchie sagge, che in questo caso lavorano in cantiere, e la ragazzina dinamica che fa innamorare tutti, risolve problemi e situazioni, con coraggio e determinazione.  Ultima curiosità, Porco Rosso si chiama Marco Pagot in onore dello studio grafico Pagot (Calimero, Grisù …) che imperversava nei Caroselli italiani e che fu di grande aiuto per le ricostruzioni storico – ambientali del Maestro. Marco Pagot è il figlio di Nino e Antonio, titolari dello studio, che realizzò con lo Studio Ghibli nel 1984 la serie Il fiuto di Sherlock Holmes, diventando amico del Maestro (fonte Luca Giubertoni). Porco Rosso è stato il flm di maggior successo in Giappone nel 1992. Titoli di coda impreziositi dalla musica di Joe Hisaishi, da una canzone struggente ispirata alla storia composta da Tokiko Kato (Toki ni wa Mukashi no Hanashi o) e da alcuni disegni di Miyazaki. Ottimo il doppiaggio italiano che conserva tutta la potenza dell’originale. Bella idea mantenere la canzone finale in giapponese, tradotta con i sottotitoli. Un gioiello dell’animazione nipponica.

Titolo Originale: Kurenai no buta. Lingua Originale: Giapponese. Paese di Produzione: Giappone. Anno: 1992. Durata: 92’. Genere. Animazione, Fantastico, Bellico. Regia: Hayao Miyazaki. Soggetto, Sceneggiatura, Montaggio: Hayao Miyazaki. Fotografia: Atsushi Okui. Musiche: JoeHisahishi, Tokiko Kato (canzone Toki ni wa Mukashi no Hanashi o). Scenografia: Katsu Hisamura. Art Director: Yoshitsu Hisamura. Animatori: Megumi Kagawa, Toshio Kawaguchi. Produttore: Toshio Suzuki. Casa di Produzione: Studio Ghibli. Distribuzione (Italia): Lucky Red.

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