Un piccolo gioiello di cinema questo Poor Things – chiamiamolo con il titolo originale, una tantum tradotto – dove trovi la vecchia commistione di generi allo stato puro in un sottofondo di cinema d’autore che non ha eguali. Leone d’oro a Venezia più che meritato per un film che contiene decine di altri film, per una pellicola fantastica che contamina commedia e horror, grottesco e bizzarro, sentimentale e drammatico, erotico e surreale. Siamo nella Londra di fine Ottocento e vediamo una donna incinta (Stone) suicidarsi nel Tamigi, un mad doctor (Dafoe) recupera il cadavere, preleva il piccolo dalla pancia materna, espianta il cervello del neonato e lo trapianta nel cranio della madre, che fa tornare in vita grazie a impulsi elettrici. Il dottor Frankenstein che incontra Giulio Verne, le pellicole gotiche che vivono nel cinema fantastico in un clima da commedia horror d’altri tempi. La ragazza diventa una creatura da studiare per il valente scienziato, che ha già fatto incroci interessanti con animali, quindi si prende un timido assistente (Youssef) per seguire i progressi di un cervello da bambina – che cresce rapidamente – in un corpo di donna. I problemi cominciano quando la creatura – chiamata Emma Baxter come se fosse figlia dello scienziato – chiede di vedere il mondo e comincia a sperimentare grazie al seduttore Duncan (Ruffalo), distrutto a poco a poco dalla sua carica prorompente. Bella vive intensamente, vede una Lisbona surreale con gli autobus volanti, una Parigi inquietante dove si mette a fare la prostituta, viaggia a bordo di un transatlantico dove incontra amici colti e letterati, infine torna a Londra dal padre putativo in fin di vita e dal promesso sposo, per prendersi pure una rivincita sul passato. I fili si ricongiungono come in un giallo inquietante a tinte horror, schizzato di fantastico, per completare un racconto paradossale che diverte come una commedia scandita dai ritmi del cinema d’animazione. Un film teatrale, girato quasi tutto in interni – studi Origo di Budapest – con grande ricorso alla computer grafica che in certe ricostruzioni d’ambiente ricorda il cinema di Fellini; scenografie sontuose, fotografia che passa dal bianco e nero a una colorazione anticata senza soluzione di continuità, montaggio rapido che rende agili i quasi 150 minuti di proiezione, sceneggiatura che non fa una grinza, colonna sonora a base di violino distorto che accompagna ogni sequenza, riprese originali e insolite con un eccesso (gradevole) di grandangolo. Alla fine pure un film femminista, sul libero arbitrio, sulla incapacità degli uomini di poter irretire la volontà di una donna e sulla impossibilità di considerare una persona umana come cosa propria. Undici candidature agli Oscar e Golden Globe che non si contano. Attori molto bravi, soprattutto Emma Stone che caratterizza un personaggio di donna – bambina davvero sopra le righe, ma non è da meno Willem Dafoe nei panni di un mostruoso dottore dal cuore d’oro. Si rivede anche Hanna Schygulla, ex musa giovanile di Ferreri in Storia di Piera. Vietato ai minori di anni 17 negli Stati Uniti, solo agli anni 14 in Italia, per numerose scene di nudo e linguaggio scurrile, in ogni caso tutto funzionale alla storia, niente di gratuito e disturbante, anche se per Emma Stone resta il ruolo più ardito in carriera. Un film da vedere, meglio al cinema per apprezzare la fotografia, le scenografie magnifiche e una regia straordinaria.
Regia: Yorgos Lanthimos. Soggetto: Alasdair Gray (romanzo omonimo). Sceneggiatura: Tony McNamara. Fotografia (B/N e colore): Robbie Ryan. Montaggio: Yorgos Mavropsaridis. Effetti Speciali: Gabor Kiszelly. Scenografie: Shona Heath, James Price. Costumi: Holly Waddington. Trucco: Mark Coulier. Musiche: Jerskin Fendrix. Produttori: Yorgos Lanthimos, Ed Guiney, Andrew Lowe, Emma Stone. Case di Produzione: Element Pictures, Film4, Fruit Tree. Distribuzione (Italia): Walt Disney Studios. Durata: 141’. Genere: Fantastico, Commedia. Paesi di Produzione: Regno Unito, Irlanda, USA. Titolo Originale: Poor Things. Interpreti: Emma Stone (Bella Baxter), Mark Ruffalo (Duncan Wadderburn), Willem Dafoe (dott. Godwion Baxter), Ramy Youssef (Max McCandles), Hanna Schygulla (Marta), Jerrod Carmichael (Harry Astley), Christopher Abbott (Alfred Blessington), Margaret Qualley (Felicity), Kathryn Hunter (Swiney).