Questa pubblicazione si prefigge lo scopo di presentare il materiale costituito dalla produzione della critica letteraria sulle opere poetiche di Wanda Lombardi, in relazione alle tendenze principali contemporanee, alle sue metodiche e analisi filologiche, agli aspetti comparativi testuali, alle interpretazioni dei vari apporti provenienti da diverse impostazioni culturali. Mi pare importante precisare che, quando un autore – in questo caso autrice – si preoccupa di porre ordine in tutto quello che è stato scritto su di lei, avverte il bisogno di lasciare un messaggio ai suoi lettori ed estimatori: è come se volesse dire che la sua poesia è vita vivente e che l’attenzione riservatale dagli specialisti del campo contribuisce ad incrementare il suo valore, perché approfondita, spiegata, sviscerata, dipanata, chiarita nella sua complessità e ricchezza stilistica e contenutistica. In altre parole Wanda Lombardi affida al confronto critico un sigillo importante di autenticità sulla propria opera e tale aspetto della sua personalità umana ed artistica torna a suo onore.
Se analizziamo i contributi critici scritti sotto diverse forme – prefazioni, recensioni, saggi, articoli – sui libri di Wanda Lombardi, possiamo notare come essi nel loro sviluppo rispondano a quella tendenza contemporanea che definirei critica multifattoriale, ovvero che tiene conto dei vari apporti del settore avvenuti dal Novecento ad oggi, in epoca post-crociana. Ciò non significa per nulla un passo verso il relativismo culturale o un tentativo di facile sincretismo, ma, al contrario, ci si è resi conto da più parti che è opera intelligente non chiudersi in steccati ideologici, e che le diverse scuole di pensiero spesso non sono alternative, ma piuttosto complementari tra loro, ottenendo così risultati più completi, interpretazioni più autentiche, perché attinte da più approcci: da quelli idealistici a quelli estetici, storici, sociali e altro. Se la critica odierna non può ancora prescindere, e forse mai lo potrà, dalle grandi lezioni del passato – che rispondono soprattutto ai nomi di Francesco De Sanctis e Benedetto Croce – ha tuttavia sviluppato altre acquisizioni che, consapevolmente o meno, tutti noi applichiamo. (…).
I saggi critici su Wanda Lombardi – compresi quelli da me scritti e che dovrò autocitare – analizzano la sua opera sia con la lettura delle strutture interne dei testi, sia con una visuale diacronica, ovvero che ne osservano lo sviluppo attraverso il tempo. Oggi il critico si muove sempre di più in una direzione gnoseologica, cercando di non essere semplicemente un ‘recensore’ che emette giudizi solo estetici, ma uno studioso-specialista che agisce anche con metodi scientifici cognitivi, senza ricadere nell’errore del dogmatismo. (…).