“Quando la città dorme”, un film del 1956 diretto da Fritz Lang

Articolo di Paolo Quaglia

Editore alla Kane muore lasciando le redini del network al figlio. L’uomo, arrogante e superficiale, mette i tre capi redattore in lotta per un posto da direttore generale. Intanto un serial killer terrorizza New York uccidendo giovani donne. I tre giornalisti cominceranno una lotta a colpi di scorrettezze per conquistare la poltrona di vice presidente. Quando la città dorme è un film del 1956 diretto da Fritz Lang. Penultimo lavoro americano del maestro è un manifesto del cinema noir confezionato con estrema raffinatezza . La storia che il regista propone travalica il genere raccontando la natura umana con profonda analisi psicologica.

I personaggi sono tutti coinvolti in quell’arrivismo tipico dell’America negli anni cinquanta , dove non esiste altra moneta di scambio che l’egoismo. Il film presenta la figura di un serial del tutto particolare tracciandone il profilo con attenzione nei dettagli. Un giovane dall’infanzia travagliata e senza personalità ma dotato di una lucidità si aggira per le strade in attesa di sfogare la sua cattiveria sopita. Scritto come critica sociale a tutto tondo Quando la città introduce temi che saranno portanti nel genere come l’analisi del criminale o la collaborazione tra polizia e media. Un film che supera il film regalando ritratti singoli, non esiste un protagonista, e non risparmiando nessun personaggio.

Lang utilizza ritmo e suspense per una personale riflessione sul degrado degli individui e su quanto dietro una realtà ne esiste sempre un’altra. Tratto da un romanzo di Charles Einstein è un corale mascherato con stile che trova la sua forza nel duello in grado di trasformare gli esseri in bestie. Sullo schermo si lotta per tutto. Dal posto di lavoro a un posto nella società si intersecano vicende di sentimenti, supposti, e di esseri disillusi che danno vita a una realtà toccata raramente nel cinema.

Definire Quando la città è impossibile, il cinema di Lang, qui al suo massimo, lavora sugli istinti sopiti dello spettatore garantendo emozioni difficilmente trovabili altrove. Quello che impressiona del maestro è la capacità di raccontare la verità senza aggiungere altro, il suo cinema è totalmente assente da censura e rappresenta un inserto di vita nell’arte.

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