Quando ho letto il titolo del volume di Barraco ho subito pensato ad una famosissima citazione del filosofo Friedrich Nietzsche: “Bisogna avere ancora un Caos dentro di sé per partorire una stella danzante. Io vi dico: voi avete ancora del Caos dentro di voi”. Credo che Angelo Barraco abbia voluto affrontare proprio quel “Caos” che abita in noi e che a volte non ascoltiamo, perché siamo troppo impegnati ad affrontare i problemi della nostra quotidianità.
“Caos” è il libro di poesie, edito da Bertoni Editore, del giornalista e scrittore Angelo Barraco, arricchito dalla prefazione di Bruno Mohorovich. Doveroso ricordare che Angelo Barraco è un giornalista e scrittore siciliano. Collabora con diverse testate nazionali, internazionali, cartacee e web.
Non nascondo di essere legato ad Angelo da profonda amicizia e mi sono permesso di chiedergli da cosa avesse tratto ispirazione per questa raccolta poetica. Lui mi ha spiegato di aver iniziato la scrittura di queste poesie durante i suoi viaggi di lavoro e di piacere. Viaggi in cui ha potuto osservare la realtà dei luoghi, conoscere persone diverse, toccare con mano cosa sia il dolore e la gioia nella vita della gente. Ogni momento speciale ha voluto imprimerlo sulla carta, dando la possibilità ai suoi occhi di esprimere quello che vedevano e alla sua anima di narrare gli eventi.
I versi e le parole di Barraco ci aiutano ad immaginare e a comprendere ciò che l’autore ha vissuto in prima persona. Leggendo quanto scrive è possibile percepire la sua vena poetica che è cresciuta grazie alle diverse esperienze e alla sua curiosità di andare oltre le apparenze. L’autore definisce il suo incontro con i volti sconosciuti come presenze in transito, ectoplasmi volti indistinti e spesso indefinibili, incontri dove incroci gli sguardi di chi non rivedrai mai più. Corpi che si incontrano e scontrano, ma che in fondo non potranno mai conoscersi e su cui continuerai a porti degli interrogativi.
Una visione quasi pirandelliana “tante maschere e pochi volti”, perché di questo si tratta: essere-apparire, binomio di difficile interpretazione.
Da sociologo era doveroso concentrare la mia attenzione sugli aspetti della società liquida, come è stata definita da Zigmunt Bauman, e che emergono dalle parole di Barraco. Una società che corre veloce e in cui non c’è più tempo per soffermarsi su ciò che conta veramente. L’autore traccia un confine sofferto, ma dimostra di non essere disposto ad accettare passivamente le circostanze che si presentano nella sua vita.
La potenza della parola risiede nel saper comunicare emozioni e riflessioni nel lettore e Barraco è riuscito nel suo intento. Inoltre, amare la scrittura significa avere la capacità di esprimere sé stessi e di saper manifestare il nostro disordine interiore, le nostre inquietudini, la nostra felicità, la nostra angoscia attraverso la penna e l’autore compie questa difficile impresa.
Italo Svevo ci insegna che “la scrittura appare come l’unico strumento capace di salvaguardare l’esistenza dall’oblio e per tentare di chiarirne il senso attraverso un’analisi accurata e quasi scientifica”, in questo Barraco è stato davvero abile, perché si è dedicato allo studio della realtà e dei suoi diversi punti di vista per raccontare quella parte della società che rimane nascosta e svelare quelle verità celate.
Si distingue e si percepisce, in questa raccolta, la coscienza individuale e l’io del poeta che ragiona su sé stesso e sul mondo contemporaneo. I toni delle parole sono diversi in relazione al tema affrontato e non sono mai scontati.
Ogni lettera sussurra continuamente qualcosa all’orecchio di chi legge, con l’intento di spezzare il ritmo del silenzio interiore. Indiscutibile valore hanno le parole che arrivano dal cuore e il giornalista riunisce, attraverso le sue percezioni e i suoi desideri, i pezzi del puzzle di una società sempre più in difficoltà e che cerca di trovare le risposte alle sue domande. Infatti, il viaggio del poeta Barraco può essere definito: sociale, morale, inconscio, spirituale e profondo. Un excursus che lascia il segno, diventando “un diario” di versi e dolce melodia.
Insomma, un connubio perfetto tra sociologia e poesia che offre un risultato straordinario, davvero ricco e denso di significato. Gli spunti di riflessione sono molteplici e risuonano nella mente del lettore pagina per pagina.
Angelo mi ha aiutato a riflettere su quanto sia necessaria la forza d’animo nel periodo che stiamo vivendo e lui è un uomo che ama lottare per quello in cui crede. Auguro a questo volume molta fortuna, perché Angelo è riuscito a far emergere una delicatezza poetica che non tutti possiedono per lanciare un messaggio chiaro ai suoi lettori: “E voi? Vi siete già immersi nel Caos della mente umana e delle sue mille sfaccettature? Immergetevi nel Caos insieme a lui, ne vale la pena.