Nino D’Angelo si confronta con il calcio e con l’amore per il Napoli ai tempi di Maradona e del primo scudetto partenopeo. Quel ragazzo della curva B è forse il peggior film interpretato dal casco d’oro, sia per la sceneggiatura improvvisata che per il montaggio dei pezzi legati al calcio spesso poco integrati alla storia. In Italia non abbiamo una grande tradizione di film calcistici, di solito sempre modesti prodotti, salvo sporadiche eccezioni (Ultimo minuto di Avati, per esempio), e questo non fa eccezione alla regola. In breve la trama. Nino è un giovane meccanico super tifoso del Napoli – la sua camera è colorata di celeste, possiede la gigantografia di Maradona e un enorme bandierone partenopeo, la sua officina si chiama Forza Napoli – che un giorno decide di fondare un circolo di tifosi appassionati ma sportivi, contrari alla violenza e al malaffare legato al mondo del calcio. Nino è il leader della curva B, capo indiscusso di un club fondato grazie a Don Giulio (Artesi), un prete tifoso che recupera i fondi con metodi poco ortodossi (vende le assoluzioni). La sua passione per il Napoli lo porta a continui litigi con la fidanzata Angela (Guidotti), subito ricomposti grazie a canzoni, serenate, baci e passeggiate sul lungomare. Alcuni camorristi che conducono affari illegali di droga e di biglietti falsi allo stadio sono i peggiori nemici di Nino, per intimorirlo minacciano la fidanzata, poi lo attirano in un’imboscata e lo accoltellano, ma vengono arrestati. Nino è ricoverato in ospedale ma recupera in fretta e – pur ferito all’addome – scappa dalla camera per andare a vedere il suo Napoli che sta vincendo lo scudetto.
Quel ragazzo del curva B esce durante il campionato 1986 – 87, anticipando di poco la vittoria dello scudetto, le sequenze finali della partita sono estrapolate dalla sedicesima di campionato (Napoli – Brescia 2 a 1) e il rigore segnato da Giordano è relativo al goal decisivo di tale gara. Molti giocatori del Napoli recitano la parte di loro stessi, soprattutto Giordano e Bruscolotti, ospiti d’onore del club fondato da Nino, ma anche Romano, Puzone e Carnevale, che si vedono allo stadio durante un allenamento al quale partecipa il cantante – attore. Fanno parte del film anche lo storico allenatore partenopeo Bruno Pesaola (doppiato in maniera ridicola come Bruscolotti) e Ottavio Bianchi, il mister dello scudetto. Ricordiamo la presenza di Gennaro Montuori, detto Palummella, capo storico degli ultrà della curva B. Il soggetto di Nicola Masiello, sceneggiato insieme a Regnoli, è abbastanza risicato e allungato oltre l’inverosimile per raggiungere i canonici 90 minuti. La scenografia di Calabrese (al solito anche produttore) opta per usare spezzoni di partite vere (troppo lunghi!) disputate al San Paolo, mixandole con immagini di una fantasiosa curva B, riprese in campo stretto per essere credibili. Poche canzoni d’amore (Dammi un po’ d’amore, Mani gelate, Crisi d’amore), il motivo portante – visto il tema del film – è Forza Napoli, un vero e proprio inno calcistico, arrangiato da un brano strumentale della colonna sonora de La discoteca. Inevitabile che i cori degli ultrà canticchino pure Ho visto Maradona, idolo del tempo, che purtroppo non partecipa al film per motivi economici. Nino D’Angelo sfoggia un’interpretazione a metà strada tra il romantico e l’ironico, molto sopra le righe nelle sequenze con la ragazzina di turno ma eccessivo pure nel suo richiamo alla non violenza e a un tifo sportivo. Laurentina Guidotti (ancora nel cinema come produttrice) prende il posto di Roberta Olivieri e come attrice è decisamente superiore, anche se il pubblico di questo genere di film è affezionato alla biondina più presente nella serie. Da notare il debutto di Biagio Izzo, con le sue caratteristiche smorfie, nel clan dei meccanici – tifosi amici di Nino. Aldo Tarantino replica la battuta: A me il Napoli non mi piace!, ispirata alla celebre gag di Natale in casa Cupiello di Edoardo De Filippo (A me il presepe non mi piace!). Tommaso Bianco, il padre di Angela, è un buffo compositore di romanze napoletane che stranamente tifa Inter e discute spesso con Nino. Benito Artesi è il prete tifoso, ispirato alla figura reale del frate capo ultrà del Cosenza, che inserisce momenti di buon umore (le beghine che cuciono le bandiere, la raccolta fondi …) in una pellicola abbastanza deludente. Location quasi tutte napoletane, dalla Villa Comunale di Mergellina (passeggiate di Nino e Angela) a Posillipo (Parco Virgiliano), per finire con il Vomero (il Bar dove si ritrovano i tifosi) e Fuorigrotta (Stadio San Paolo). Non mancano le sorprese, perché l’officina Forza Napoli dove lavora Nino, la casa dove vive Nino, quella dove vive Angela e la strada dell’agguato dei teppisti sono a Frascati, mentre la chiesa di Don Giulio è a Oriolo Romano. Fonte delle location l’ineffabile Davinotti on line. Film di buoni sentimenti, persino troppi, contro la droga e la violenza, per un calcio umano e sportivo, come deterrente contro la delinquenza. Quel ragazzo della curva B è una commedia musicale calcistica, un fotoromanzo sportivo, a tratti musicarello senza dimenticare la sceneggiata. Un film che manca di patos nei momenti topici (Nino in ospedale) e che risulta troppo lungo per le cose da dire, tra passeggiate romantiche, litigi e interminabili sequenze calcistiche fornite dal Napoli di Ferlaino. Romano Scandariato intervistato da Nocturno Cinema, ricorda: “Io questo film non lo volevo fare. Lo doveva fare D’Angelo, che mi aveva chiesto di fare la supervisione; ma dopo un paio di giorni s’era stancato e così, malvolentieri, sono subentrato io …”.
La critica. Marco Giusti (Stracult): “Tardo Nino movie che cercava di lanciarsi dietro ai successi calcistici napoletani. Se Giuro che ti amo, che vedeva l’esordio del cantante alla regia, era stato un flop, questo, almeno nelle intenzioni, doveva essere un sicuro successo. Progettato in attesa dello scudetto del Napoli, con la sua regia, Yvonne Sanson nella parte della mamma, nonché Maradona e tutta la squadra al completo per la gran festa, ben presto il film prende una brutta piega. Maradona non si accorda (soldi) con la produzione, la Sanson sta male e si ritira, Nino non se la sente di firmare la regia e chiama Romano Scandariato, reduce dal set di D’Amato e Fidani. Nino D’Angelo non ha tanta voglia di recitare. Molte scene sono girate con la sua controfigura e canta meno del solito. Il disastro è che il film era costruito per la presenza di campioni come Maradona, che fece una richiesta pazzesca, ovviamente rifiutata, o come Sivori, che dette forfait all’ultimo istante. Comunque ci sono Bruscolotti, Pesaola, Carnevale, Puzone e Giordano. E veri ragazzi da stadio napoletano. Questo non basta a salvare il film, che è un disastro al botteghino. Però rivisto in tv …”. Alberto Castellano: “I fan di D’Angelo non hanno abboccato e hanno ribadito perentoriamente e irreversibilmente la loro disaffezione al suo look cinematografico. L’insuccesso del film sancisce inequivocabilmente la definitiva e giusta estinzione di un filone”. Morando Morandini (una stella e mezzo per la critica, tre per il pubblico): “Leader dei tifosi della curva B dello stadio di Napoli, Nino si prodiga generosamente per contrastare le intemperanze dei tifosi più violenti e fanatici. È l’anno del primo scudetto del Napoli: galateo calcistico attraverso un divo della canzone ancora con l’aria del ragazzino”. Pino Farinotti (due stelle): “La storia ruota attorno allo stadio di Fuorigrotta. Nino, napoletano tifoso del Napoli, fidanzato con Maria (sic! È Angela, nda), fonda un club per tifosi genuini e non violenti. La camorra ci mette il naso, ma Nino è incorruttibile e tifoso verace. Trionfo del Napoli, dei buoni sentimenti, e matrimonio con Maria (che continua a chiamarsi Angela e in ogni caso il matrimonio è soltanto immaginato, nda)”. Paolo Mereghetti concede una stella, ricalca punto per punto la recensione di Farinotti (chi ha copiato chi?), chiama Maria la fidanzata di Nino e afferma che è l’ultima apparizione di D’Angelo con il look del ragazzino. Non ne azzecca una, perché ancora deve uscire La ragazza del metrò. Il Davinotti on line è implacabile, i commenti vanno dal mediocre al gravemente insufficiente con un solo scarso, ma con qualcosa da salvare. Riportiamo solo un commento, abbastanza esemplificativo e condivisibile: “La nobiltà degli intenti, ossia la difesa dello sport pulito contro il teppismo e la delinquenza, non è supportata dal racconto, troppo debole, sfilacciato e incline al sentimentalismo caricato dalle canzoni di Nino D’Angelo. I momenti migliori sono quelli comici con Allocca, Izzo e Artesi prete tifoso, e quelli illuminati dal volto fresco e ridente della Guidotti, attrice che sarà comunque più disinvolta e in parte in Vacanze in Versilia l’anno dopo. Alla fine, uno spot celebrativo del Napoli di Maradona, vincitore dello scudetto nel campionato 1986-87”.
Regia: Romano Scandariato. Soggetto: Nicola Masiello. Sceneggiatura: Piero Regnoli, Nicola Masiello. Fotografia: Silvio Fraschetti. Montaggio: Carlo Broglio. Scenografia: Francesco Calabrese. Musiche e Arrangiamento Musicale: Franco Chiaravalle. Costumi: Paola Giulianetti. Direttore di Produzione: Armando Morandi. Ispettore di Produzione: Luigi Ciotola. Operatore alla Macchina: Carlo Aquari. Assistente Operatore: Giovanni Brescini. Assistenti al Montaggio: Maria Antonietta Tota, Angela Rosa Taccari, Luigi Tota. Fotografo di Scena: Giovanni Caramanico. Assistente alla Regia: Marta Gatti. Truccatrice: Silvana Petri. Parrucchiere: Vincenzo Caliendo. Fonico: Antonio Vittorio Forrest. Microfonista: Raffaele Orecchio. Capo Squadra Elettricisti: Rodolfo Flibotto. Capo Squadra Macchinisti: Roberto Notaro. Sarta: Beatrice Stivaletti. Macchine da Presa: Ciak Italia. Foto di Scena: Studio 27. Titoli Effetti Ottici: Moviecam 2000. Tecnico del Colore: Giacomo Volpi. Effetti Speciali: C & G Sound. Sincronizzazione: Fono Roma. Mixage: Romano Checcacci. Negativo: Fuji. Colore: Cinecittà.Casa di Produzione: Gloria Cinematografica srl (Roma). Collaborazione: Ing. Corrado Ferlaino, SS Napoli, Canale 34, Tele Napoli. Produttore: Francesco Calabrese. Canzoni di Nino D’Angelo: Forza Napoli, Dammiun po’ d’amore, Mani gelate, Crisi d’amore. Genere. Commedia musicale calcistica. Durata: 94’. Interpreti: Nino D’Angelo (Nino), LaurentinaGuidotti (Angela), Benito Artesi (Don Giulio), Aldo Tarantino (nonno di Nino), Antonella Patti (Luisa), Antonio Allocca (Gennarino), Biagio Izzo (Bibì), Pippo Cairelli, Gina Perna, Mario Romano, Enzo Berri, Michele Capuano, Gennaro Montuori (Palummella), Tommaso Bianco (padre di Angela), Bruno Pesaola, Italo Khüne, Bibì e Cocò. Calciatori Napoli: Giuseppe Bruscolotti, Bruno Giordano, Francesco Romano, Andrea Carnevale, Pietro Puzone, Ottavio Bianchi (allenatore).