Quelle schegge traumatiche nell’opera prima della giovane psicologa-giornalista Sofia Mezzasalma

Articolo di Francesco Pira

Schegge traumatiche – kim Noble e le sue venti personalità, è il primo libro di Sofia Mezzasalma, edito da Lombardo Edizioni. Il libro è stato arricchito dalla prefazione firmata dal professor Vincenzo Cicero, docente di Filosofia Teoretica all’Università di Messina.

Alla giovane e brava Sofia Mezzasalma mi legano sentimenti di stima e di amicizia. Apprezzo il suo lavoro e la sua costante e continua opera di divulgazione.

Sofia Mezzasalma ha acceso i riflettori su una storia difficile e commovente attraverso uno sguardo analitico, attento e preciso. Kim Noble, pittrice londinese, è conosciuta per la sua storia particolare. Una donna a cui è stato diagnosticato il Disturbo Dissociativo dell’Identità (DID). Kim Noble ospita venti differenti Alter (definibili anche come “stati alternativi di coscienza”), più alcuni Frammenti. La vicenda di Kim Noble è di grande interesse e ad affascinare sono i suoi stili pittorici che mostrano il volto di ciascun Alter. Il dolore di Kim Noble risulta essere profondo, toccante e coinvolgente. L’autrice di questo libro ha cercato di mettere in evidenza quegli aspetti su cui nessuno ha indagato.

Sofia Mezzasalma ha studiato le personalità di Kim Noble e le ha collegate ai traumi, permettendo al lettore di capire cosa accade a chi vive il Disturbo Dissociativo dell’Identità (DID).

Il Manuale MSD dà una definizione del Disturbo Dissociativo dell’Identità: “Nel disturbo dissociativo dell’identità, in passato definito disturbo di personalità multipla, due o più identità si alternano nel controllo della persona. Queste identità possono avere schemi di linguaggio, temperamento e comportamento diversi da quelli normalmente associati al soggetto. Inoltre, il soggetto non riesce a ricordare informazioni che normalmente possono essere facilmente ricordate, come gli eventi quotidiani, importanti informazioni personali e/o eventi traumatici o stressanti”. Le cause possono essere diverse e legate a traumi dell’infanzia.

Sofia Mezzasalma ha sempre amato e studiato i meccanismi psicologici e soprattutto come la psiche riesce a fronteggiare traumi di varia natura. Il Disturbo Dissociativo dell’Identità è uno dei temi che ha approfondito con grande curiosità e interesse. Proprio per questo motivo, ha scelto Kim Noble affetta da DID.

Il sogno dell’autrice è sempre stato quello di scrivere un libro di natura scientifica, che si occupasse del DID, e la storia di Kim Noble l’ha aiutata a realizzare il suo desiderio più grande.

Inoltre, ha avuto il piacere di intervistare Kim Noble e di arricchire le sue conoscenze rispetto alla “frammentazione psichica” della Noble. È possibile anche leggere l’intervista, che si trova in appendice al testo.

Sofia Mezzasalma, nel corso dei suoi studi, si è resa conto che si parla ancora poco di DID e ci sono molti ancora molti misteri da scoprire.

L’autrice veicola un messaggio importante: occorre studiare il DID e la sua sintomatologia. Gli studi sulle cause devono continuare e devono coinvolgere tutta la comunità scientifica. I dati e i report devono essere discussi e analizzati per trovare quelle risposte che ancora oggi non ci sono e per poter aiutare quanti hanno bisogno.

Da sociologo della comunicazione, ho molto apprezzato questo libro. Durante le mie ricerche ho avuto modo di comprendere quanto sia diventato facile nascondersi dietro ad uno schermo. Le piattaforme virtuali sono sempre più presenti nelle nostre vite e tutti tendiamo ad assumere un’identità che non ci appartiene per essere accettati da quanti ci seguono.

Sui social tendiamo ad assumere modelli di identità predeterminati pur ritenendo di esprimere la nostra individualità, attuando una sorta di mimetizzazione, con la quale cerchiamo di assomigliare a questi ambienti online e, così facendo, rinunciamo a noi stessi. Si, perché questa è l’epoca della “vetrinizzazione”, dove è necessario a tutti i costi piacere agli altri. Le relazioni nascono all’interno dell’universo virtuale e, nell’era del Metaverso, sono i nostri avatar ad agire al nostro posto. Tantissime persone vivono realtà parallele e virtuali, sfruttando anche profili falsi sui social.

L’anonimato rende tutto più pericoloso e chi agisce con un’identità finta sta già recitando una parte ed un copione prestabilito. Il proliferare di questi profili ha accresciuto il numero delle devianze e questo è davvero preoccupante.

Dobbiamo cercare di ragionare sui processi in atto e iniziare a rispettare noi stessi. Rispettare sé stessi è il primo passo per accogliere la nostra identità e anche gli altri e Sofia Mezzasalma ci chiede di accettarci e di capire chi siamo realmente.

La passione di Sofia Mezzasalma è presente in ogni pagina del suo libro. Una donna sensibile che, giorno dopo giorno, continua a migliorare sé stessa e a crescere. Il suo amore per la conoscenza si sente e si percepisce.

L’autrice prende per mano il lettore e lo aiuta a comprendere cosa accade quando bisogna rispondere al peso insostenibile della sofferenza. Un excursus che viaggia lungo i meccanismi della psiche umana e che risulta affascinante. Sofia Mezzasalma con coraggio ha raccontato la complessità della vita di Kim Noble e lo ha fatto con estrema delicatezza.

La capacità di scrittura di Sofia Mezzasalma è sempre coinvolgente, precisa e mai scontata. La sua narrazione è comprensibile anche ai meno esperti e chiunque può approcciarsi a questo libro. Le parole dell’autrice mi hanno aiutato a ragionare su quanto sia importante aiutare e supportare la ricerca.

Auguro a questo libro la fortuna che merita, perché Sofia Mezzasalma è riuscita sottolineare cosa succede a chi vive il DID e si sente sempre solo. La nostra società non si interroga abbastanza sul DID e non si può ancora perdere tempo. Grazie Sofia per questo importante contributo e grazie perché il tuo lavoro ci ricorda quanto sia importante dar vita ad un nuovo “Umanesimo”.

Sofia Mezzasalma dottoressa in Scienze e Tecniche Psicologiche con Laurea Magistrale in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi di Messina. È iscritta all’Albo dei Giornalisti Pubblicisti della Sicilia dal 2020. “Schegge Traumatiche” è la sua prima pubblicazione. Tramite la rubrica “Nella stanza della psicologa” – da lei stessa creata nel 2020 – si occupa di divulgazione e sensibilizzazione in tema di salute mentale.

Related Articles