“Questo mondo non mi renderà cattivo”, il ritorno di Zerocalcare

Articolo di Gordiano Lupi

I fumetti non sono una cosa per bambini, come ammoniva Oreste del Buono e come ribadiva Umberto Eco. Fumetti e cartoni animati sono un affare molto serio. Michele Rech, in arte Zerocalcare, è l’intellettuale più raffinato prodotto dalla società del Duemila, lui inorridirà a sentirselo dire, ma tanto è timido, non risponde ai recensori; quindi, mi prendo la libertà di un simile elogio, per niente eccessivo. Strappare lungo i bordi era un lavoro poetico e malinconico, improntato alla consueta leggerezza, efficace nell’umorismo romanesco e nei contenuti narrativi. Questo mondo non mi rederà cattivo è stato scritto prima ma lanciato dopo perché storia più complessa, molto politica, intrisa di contenuti sociologici e abbastanza schierata (con i buoni, perché esistono!). Il pubblico televisivo, non consumatore di fumetti ma solo di serie Netflix, adesso conosce i personaggi della borgata romana popolata da Secco, Cinghiale, Sarah e lo stesso Zerocalcare che racconta una vita da fumettista colto da improvviso successo. Adesso i fan sono pronti a immergersi in una storia che si schiera contro razzismo e fascismo – Rech lo chiama nazismo per non essere frainteso -, dalla parte degli ultimi e dei senza diritti, persino con chi diventa amico delle persone sbagliate solo perché la vita ce l’ha portato. Abbiamo un nuovo personaggio: Cesare, che torna in borgata da una comunità di recupero e si sente solo, tutti lo evitano, persino Zero ha solo parole consolatorie da proporre e non vere soluzioni; quindi, l’ex drogato forzuto finisce tra i nazisti che vogliono cacciare gli occupanti di un centro di accoglienza. Alla base di tutto c’è la lotta della parte buona della borgata contro chi vuol dare la colpa di tutto alla presenza degli extracomunitari, ma c’è anche il racconto di un’amicizia e lo sfilacciarsi dei rapporti consolidati negli anni, così come non mancano la ricerca del posto di lavoro e il problema di una borgata abbandonata al degrado. Per noi che conosciamo Zerocalcare da sempre e che abbiamo letto tutta la sua produzione a fumetti questa svolta politica non è certo una novità, inoltre si tratta di grande politica e di temi sociali, perché la seduta del consiglio comunale con i membri disegnati come animali la dice lunga sulla fiducia che Rech nutre sulle forze politiche, sia di destra che di sinistra. Ottima colonna sonora, dai Cure agli Oasis, passando per Lou Reed e i Cigarettes After Sex e Moderat, tutto inserito in un contesto pop. Tra i doppiatori segnalo Valerio Mastandrea (Armadillo, la coscienza del fumettista) e Silvio Orlando (l’agente della Digos). Sei puntate da trenta minuti l’una che si guardano in una sola seduta; quindi, vanno bene anche per me che odio le serie televisive, ché con tre ore se ne esce fuori più che soddisfatti. Zerocalcare si conferma lucido interpreta della vita quotidiana e nuovo poeta (a fumetti) delle borgate romane, partendo dalla sua Rebibbia. Pasolini sarebbe stato molto soddisfatto di questo allievo ironico e pungente, poetico e graffiante. Ogni volta che una sua storia finisce si resta con la voglia di vedere / leggere la successiva. Se questa non è arte …

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