Il 10 maggio del 1982, EMI Records pubblicò Rio, secondo album in studio dei Duran Duran.
Si tratta di un disco pop rock, una delle rappresentazioni essenziali di questo genere, ma non solo.
L’approccio della band alle composizioni, infatti, è contaminato da una serie di influenze che spaziano tra svariati mondi musicali.
Durante l’ascolto dell’opera incontriamo melodie tipicamente radiofoniche, leggere ma non banali, riff di chitarra elettrica al sapore di hard rock anni ’80, stesure vagamente psichedeliche per quanto riguarda le tastiere e giri di basso possenti e fondamentali.
Il lavoro di Nick Rhodes (alle tastiere) e di John Taylor (al basso) è qualcosa di magico e va a creare un tappeto ritmico ed emozionale su cui le chitarre e la voce ricamano le proprie performance.
Oltre al rock, quindi, ci imbattiamo nella disco e nel funk, nella musica sperimentale (o almeno in alcuni dei suoi elementi) e nel pop più impegnato.
D’altro canto, bisogna evidenziare come il progetto non goda di particolari sbalzi emotivi e variazioni mozzafiato, arrivando al traguardo più o meno come si era presentato alla partenza, rendendo il tutto molto uniforme e coerente ma sacrificando un po’ lo stupore nel susseguirsi delle canzoni.
L’aspetto vocale dell’iconico Simon Le Bon è forse la nota più dolente dell’intera composizione.
Le linee vocali sono tal volta più semplici, come ad esempio nella storica Save A Prayer o in My Own Way, mentre alle volte risultano più ricercate, come in New Religion, il quale è anche il miglior brano del lavoro, ma non si presentano mai banali o approssimative, permettendoci di percepire lo studio che nascondono.
L’interpretazione di queste è ciò che lascia un po’ a desiderare, viste le carenti doti tecniche ed emozionali del leader del complesso.
Oltre alla appena citata New Religion, tra gli episodi più significativi nello svolgimento di Rio, bisogna sottolineare la title track, che getta le basi stilistiche per lo sviluppo dell’album, Lonely In Your Nightmare, capitolo molto soft e vagamente sognante, e The Chaffeur, pezzo di coda che conferisce un retrogusto tra il creepy e il melodico all’ascolto appena terminato.
Insomma, Rio dei Duran Duran è un’opera coerente e ricca che come poche altre riesce a far convivere suoni, culture e influenze eterogenee nonostante qualche ombra qua e là lungo il tragitto.
TRACKLIST:
01. Rio
02. My Own Way
03. Lonely In Your Nightmare
04. Hungry Like The Wolf
05. Hold Back The Rain
06. New Religion
07. Last Chances
08. Save a Prayer
09. The Chaffeur
FORMAZIONE:
Simon Le Bon – voce.
Nick Rhodes – tastiere.
John Taylor – basso.
Roger Taylor – batteria.
Andy Taylor – chitarra.
Andy Hamilton – sassofono (traccia 1).