Roberto Collari, il nono arcano della Poesia (Eremita)

Articolo di Bartolomeo Di Giovanni

Lascia che io rimanga solo/ove il corpo non conosce paure/

ove il mondo non è corrotto/ da miserie e bramosia dell’avere/ ove la mente può innalzarsi/ oltre i confini del tempo/

Lascia ch’ io rimanga solo/nel silenzio dei miei pensieri.

tra questi versi giovani, perché scritti da una penna giovane, quella di Roberto Collari, che all’età di 26 anni ha già una carriera da poeta consolidata, un giovane uomo che osserva riflette e sintetizza in modo esaustivo concetti esistenziali, degni di essere inseriti nella speculazione di alto valore sia filosofico che sociologico.

La maniera con la quale esprime cosa sia il mondo e verso cui si sta dirigendo è pregna di maturità, oggi è raro che un giovane abbia compreso che la vanità ha rapito gli animi umani, Pasolini quando pubblicò la recensione della giovane Merini si espresse con le seguenti parole:

[…]di fronte alla spiegazione di questa precocità, di questa mostruosa intuizione di una influenza letteraria perfettamente congeniale, ci dichiariamo disarmati.

È indiscutibile la crisi di valori, ma la dichiarazione del giovane poeta è ancora più incisiva e soprattutto è una esortazione alla riflessione.

Idilli che nella loro brevità arrivano con immediatezza alle coscienze pronte ad evolvere, sono come la Punta del diamante, estremamente tagliente che riesce a fendere quei blocchi che sono posti davanti agli occhi dell’uomo alle prese con le faccende materiali, con la sua sete di possessione.

Il corpo ha esigenza di evadere, evasione pedagogica che inibisce tutte le paure fino a far emergere il coraggio per vedere quella dimensione che i veri poeti riescono a percepire.

L’ultimo verso esalta il silenzio con tutto il suo valore, è attraverso l’assenza di brusio che si può ascoltare la parola della coscienza, rivelatrice della esistenza di una realtà parallela dove tutte le debolezze si sgretolano, si sciolgono per portare fuori la natura autentica del singolo individuo. Roberto Collari come

Merini, riesce ad elevare a summa bellezza l’esperienza continua di coloro che divorano sé stessi. Tutto ciò è possibile perché scendendo, con forza e fiducia nei vicoli della vita, egli raccoglie la nebbia e la trasforma magicamente in atmosfera tersa consegnandola alle divinità del Parnaso.

È possibile un parallelismo con il nono arcano dei Tarot, cioè l”Eremita, infatti l’essenza di questa lama è venuta alla luce seguendo i gradi iniziatici, grazie alla luce simboleggiata dalla lanterna che illumina il suo cammino, può proseguire nella creazione della sua Grande Opera.

Il prisma della lampada ha diversi colori per simboleggiare che la luce spirituale (Dio, la luce) si manifesta attraverso fedi e religioni diverse (i vetri colorati)., quindi possiede il fuoco della saggezza e, infatti, la sua prima iniziazione è rappresentata dal battesimo del fuoco che sposa il silenzio.

Related Articles