Salvatore Quasimodo: un poeta di ardente classicità che esprime la Vita

Articolo di Pietro Salvatore Reina

Il 20 Agosto 1901 nasce Salvatore Quasimodo. Nasce a Modica in quanto il padre, Gaetano Quasimodo, era stato assegnato come capostazione ferroviario in quella cittadina che allora, e fino al 1926, faceva parte della provincia di Siracusa.

Solo dopo due mesi la famiglia lascia Modica perché il padre viene trasferito a Gela. Dopo la nascita di Salvatore, nella famiglia Quasimodo, formata dal già ricordato papà e dalla mamma Clotilde Angela Ragusa, nascono il fratello Ettore Enrico Eduardo (1903-1968) ed una sorella, Rosa Maria Teresa (1905-1998) (che diverrà la moglie dello scrittore Elio Vittorini).

Nel mese di settembre del 1901 Salvatore Quasimodo è battezzato a Roccalumera. Paese nel quale trascorre la sua infanzia e giovinezza (vi ritornerà da adulto e dopo il conferimento del Premio Nobel per consegnarlo al padre novantenne).

Frequenta le scuole elementari tra Gela e Messina. Prosegue gli studi superiori in un istituto tecnico dapprima a Palermo e poi a Messina, città nella quale consegue il diploma nell’anno 1919. Nella «città dello stretto» incontra e stringe amicizia con Giorgio La Pira. Un’amicizia importante destinata a durare negli anni.

Nel 1920 si trasferisce a Roma dove pensa di portare a termine i suoi studi universitari di matematica e fisica ma a causa delle precarie condizioni economiche deve abbandonare gli studi e svolgere diversi lavori per «sbarcare il lunario». Le precarie condizioni economiche terminano quando nel 1926 è assunto dal Ministero dei lavori pubblici. Invitato a soggiornare a Firenze dal cognato Elio Vittorini entra in contatto con l’ambiente letterario della rivista «Solaria», per le cui edizioni pubblica, nell’anno 1930, la sua prima raccolta Acque e terre. Dal 1934 vive a lavora a Milano, dove, insegna in una scuola media e, parallelamente, svolge una varia e feconda attività pubblicistica, particolarmente intensa nel secondo dopoguerra. Durante gli anni della seconda guerra mondiale svolge un intenso lavoro di traduzione di opere dal greco e latino (ad es. traduce il Vangelo secondo Giovanni, alcuni carmina di Catullo ed episodi dell’Odissea). Nel 1941 viene nominato professore di Letteratura italiana presso il Conservatorio «Giuseppe Verdi». Nel 1942 viene pubblicato il volume Ed è subito sera (ove sono riunite anche le prime raccolte poetiche come Oboe sommerso (1932), Erato e Apollion (1936). La sua fama di poeta, intanto, si afferma sempre più in modo notevole fino all’assegnazione nel 1959 del Premio Nobel per la Letteratura con la seguente motivazione: «per la sua poetica lirica, che con ardente classicità esprime le tragiche esperienze della vita dei nostri tempi». Al Nobel seguono le lauree honoris causa da parte dell’Università degli Studi di Messina, nel 1960, e sette anni dopo da parte dell’Università di Oxford.

Negli ultimi anni di vita, il poeta, compie numerosi viaggi in Europa e in America dove tiene conferenze, letture pubbliche delle sue poesie che negli anni sono tradotte nelle principali lingue del mondo.

Salvatore Quasimodo muore a Napoli ma il suo corpo riposa nel Cimitero monumentale di Milano, luogo «sacro» che ospita anche le spoglie di Alessandro Manzoni.

Ognuno sta solo sul cuore della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera.

I tre versi ri-copiati sopra sono uno dei componimenti più famosi e brevi del poeta. Versi che hanno una lunga storia editoriale che si conclude, però, con la loro definitiva pubblicazione nel 1942 con il titolo Ed è subito sera. Un breve componimento di grandissimo significativo (Ecco la parafrasi: “Ogni uomo vive in solitudine, [credendo di essere] al centro del mondo, colpito da un raggio di sole. E in un attimo arriva la sera”). In questa breve ma potente lirica Salvatore Quasimodo rende in pieno l’esperienza umana – breve, fragile ma meravigliosamente unica – che viviamo tutti noi. In essa è riposta una sapienza biblica (salmica), classica. Tale saggezza contribuisce – e auguriamo contribuisca – a vivere la vita meravigliosamente, in modo straordinario.

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