La scomparsa di Saman ed il suo, molto probabile, omicidio ha scatenato molteplici ipotesi e molteplici suggestioni. Molti hanno detto che si tratta di un “femminicidio” (termine già in se discutibile), come tutti gli altri (come se ogni storia di una donna che muore non sia unica). Molti hanno detto che è frutto della cultura, aggiungendo (più o meno volutamente) dell’Islam violento e retrogrado, molti hanno preferito tacere (per ignoranza, incapacità o ignavia). Saman, prima di tutto, era una donna, era una persona e, come donna e come persona, era libera. L’essere individuo in un paese democratico significa essere libero, altrimenti ogni altro valore non ha senso alcuno.
Saman era una donna libera in un Paese che avrebbe dovuto tutelare la sua libertà. In un Paese che era il suo perché ci viveva, ma che la considerava “straniera” e , quindi, appartenente ad altra cultura. Lo straniero come diverso: sempre il medesimo concetto semplice ed infame. Questa diversità autorizza – secondo alcuni – a non muovere foglia e secondo altri a ritenere il fatto come uno dei tanti. Ci si è già abituati alle violenze sulle donne ed alle loro morti violente? Ci si è già abituati alle violenze nei confronti dei cittadini più fragili? Questa è diventata la nostra società?
Saman non era in cerca di libertà. Ella era libera e qualcuno la voleva rinchiudere in logiche e rapporti che costei rifiutava. Saman è morta per difendere la libertà dell’anima più che la libertà del corpo e deve farci riflettere come ancora il nostro Paese pensa al diverso anche di fronte alla violenza. La violenza non ha colore, non ha razza, non ha sesso, non ha differenze; la violenza ha solo la sporca e vile immagine di chi la compie. Tutto ciò come se la violenza “culturale” potesse essere accettata. Saman è l’immagine stessa della libertà delle idee e della fermezza, con le quali si perseguono. Chi ha fatto a pezzi il suo corpo ed ha fermato il suo cuore è vile, servo e schiavo ed ha solo inflitto la morte ad una persona unica nell’Universo, ma non ha ucciso la libertà che Saman era consapevole di avere e di voler difendere ad ogni costo.