La biografia è un genere letterario praticato fin dall’antichità e che da sempre ha appassionato ed appassiona. Allo studio dell’Antichità è tesa la vita e l’opera del «più brillante storico di Roma antica»: Santo Mazzarino.
Un nome incontrato nel mio primo anno di università quando ho iniziato a studiare Storia romana. Il ritratto che ancora oggi, a distanza di decenni, mi emoziona e mi commuove è quello che, con sapienza ed acutezza, ha scritto Pietro Citati nella prefazione «In ricordo di Santo Mazzarino» del libro La fine del mondo antico, edito nel 1988 dalla Rizzoli. Un’edizione che riproduce quella del 1959 con solo alcune lievissime varianti e la prefazione di Citati: «[…] ho conosciuto Santo Mazzarino più di trent’anni fa [fine anni Cinquanta, ndr] quando lavoravo per una casa editrice.
Un vecchio professore mi annunciò la visita del più brillante storico di Roma antica. Non avevo mai sentito il suo nome. Di colpo vidi davanti a me un siciliano ancora giovane, piccolo, con i capelli neri, odoroso d’arancia: sembrava umile, modesto, si inchinava continuamente davanti a autorità immaginarie, ma lo strano sorriso degli occhi – un sorriso enigmatico, irridente, imprendibile, il sorriso di un putto, di Ermete, di un dio viaggiatore, di un’Erma antica che sovraintendeva al passato e ai morti – mi fece comprendere che il mio visitatore non abitava qui, ma in un qualche misterioso altrove. […] In apparenza, Mazzarino non aveva nulla dei grandi eruditi del secolo scorso [l’Ottocento, ndr], circondati da una nube di venerazione e di polvere.
Amava i toni dimessi. Ma, pochi giorni dopo averlo incontrato, compresi che in nessun sapiente che avessi mai conosciuto vibrava una così amorosa e totale dedizione alla scienza. Stava alzato le notti a studiare, come Kafka a scrivere: viveva nelle biblioteche: girava le pagine dei libri con le sue strane dita grassocce, sensuali, prensili […] Non esisteva altro per lui che la scienza. Aveva una famiglia, che amava tenerissimamente; amici ai quali spesso donava una devozione immeritata: – ma tutte queste passioni e tenerezze facevano parte di un paesaggio immensamente più grande, si perdevano tra Erodoto, Tucidide, Sallustio e Cesare e Costantino […] Ho avuto la fortuna di conoscere uomini della cultura immensa: Giorgio Pasquali, Leo Spitzer, Carlo Diano, Mario Praz.
Ma nessuno di loro aveva la cultura di Mazzarino. Sapeva tutto, assolutamente tutto, sebbene non esibisse mai quello che aveva letto nelle sue notti insonni, nelle sue giornate laboriosissime […] Era così pieno di libri, di letture e di idee, che non aveva tempo di badare a se stesso. Davanti a San Paolo o ad Asoka, cosa poteva contare lui […]. Non possedeva un ego: era assolutamente disinteressato […] l’unica cosa che lo animava, con uno slancio assolutamente faustiano, era l’universo ancora ignoto, la scoperta da compiere, il dettaglio da illuminare con il suo occhio da visionario […] Per lui contava solo il particolare; vi frugava dentro con una sensualità insaziabile, con una curiosità da investigatore, con una passione per gli oggetti che non finisce di incantarmi, con quelle sue strane dita grassocce che si immergevano nei libri. Aveva una fantasia prodigiosa, un senso analogico simile a quello di un poeta, e metteva il rapporto tutti i particolari, che si illuminavano a vicenda tra loro, Roma e la Cina, il Medioevo e il Messico».
Santo Mazzarino nasce a Catania nel 1916. Ad appena ventuno anni, primo tra vincitori ed abilitati, supera il concorso per la cattedra di lettere greche e latine nei licei. Dall’anno accademico 1945/1946 è incaricato di Storia greca e romana e di Storia orientale antica presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania. Dall’anno accademico 1946/1947 fino all’a.a. 1952/1953 è anche incaricato di Storia antica presso l’Università di Messina. Nel 1948 Mazzarino riceve il titolo di professore straordinario di Storia antica. Dall’a. a. 1951/1952 all’a.a. 1962/1963 è ordinario a Catania ma poi, da quest’ultimo anno, passa a insegnare alla sapienza di Roma. Tanto nelle città siciliane quanto nell’Urbe il professore Santo Mazzarino si dimostra un professore eccezionale, generoso: chiama attorno a sé giovani ed infonde in loro l’amore e la passione per lo studio. Tra i i suoi allievi ci sono Andrea Giardina, Mario Mazza, Giuseppe Giarrizzo, Maria Adele Cavallaro, Augusto Fraschetti e tanti e tante altre.
I suoi libri, le sue opere sono capolavori che migliaia di studenti e studiosi studiano, leggono, amano da decenni. Fra Oriente ed Occidente. Ricerche di storia greca arcaica (1947 e riedito nel 2007); L’Impero romano (1956) uno straordinario classico della storia antica; Il pensiero storico classico (1965-1966): la sua «foltissima, intricata officina di storico» (P. Citati).
Gli studi e le passioni dello studioso Santo Mazzarino tessono ed intessono la ricerca storica dell’Antichità classica. Sono una tappa fondamentale e insostituibile per chi voglia percorrere e ripercorrere le strade dell’Antichità. Nelle pagine delle sue opere vengono affrontati, discussi e studiati i grandi temi della libertà e della democrazia, della schiavitù e della lotta religiosa, della terribile lotta tra città e campagna. Il dono della scrittura si distende sempre ampio, chiaro, paziente, ricco, appassionato mai stanco e ripetitivo. Una scrittura, sì, classica: frutto e costruzione di quanto il «mondo antico» incideva, scriveva e scolpiva nel «libro della sua memoria» sorvegliata dalle Muse.