“Sfida nell’alta sierra”, un lavoro emozionante e riflessivo

Articolo di Paolo Quaglia

Al tramonto del west uno sceriffo con troppi anni sulle spalle deve recuperare dell’oro. L’uomo si mette in marcia per il paesino sperduto con due vecchi amici intenzionati a rubare il carico una volta recuperato. Sulla strada una ragazza che fugge dal padre chiede di unirsi al gruppo. Il viaggio sarà nel passato e nel presente di anime affini e differenti allo stesso tempo. La fine di un’epoca però avrà ancora il suo canto del cigno.

Sfida nell’alta sierra è un film western del 1961. Diretto magistralmente da Sam Pekinpah, qui alla sua seconda regia, è un lavoro emozionante e riflessivo. Storie di un west che il 900 stava cancellando si alternano alle debolezze di uomini dal destino segnato . Non esistono i buoni o i cattivi in assoluto nel cinema di Pekinpah e Sfida ne è ulteriore esempio. I temi cari al regista sono amicizia, onore e solitudine. La vicenda è semplice in se ma trae la sua ispirazione dalle emozioni che i protagonisti riescono a comunicare. Vite vissute e pentimenti si alternano sullo schermo. Emozioni d’individui confusi sul domani perché l’avvenire non può riservare che il ricordo. Realizzato con pochissime spese Sfida nell’alta sierra, è un western atipico che somiglia a una rapsodia personale. Un genere reiventato da Pekinpah dove i duelli sono perlopiù psicologici e anche la resa dei conti porta in dote un esito non ipotizzabile .

Il film non è solo il ritratto di un’epoca ma di uno stile di vita. La sceneggiatura descrive i rapporti umani che si scontrano per incontrarsi e le fughe da una responsabilità sempre vicina. Una storia di tempi e luoghi passati che si ripetono ancora oggi, dove alcune anime incomplete hanno la dignità come unica risorsa. Un western metafisico che fa della compassione il suo punto di forza e del difetto il suo valore aggiunto. La regia accompagna senza alcuno slancio fino a un capolinea che non delude per coerenza . Il passato è giusto che lasci il passo ma dimenticare gli insegnamenti sarebbe l’errore più grande.

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