“Son contento”, esordio dietro la macchina da presa per Nuti

Articolo di Gordiano Lupi

Terzo film con protagonista Nuti diretto dall’ex critico di cinema Maurizio Ponzi, poi il comico pratese farà tutto da solo, con l’aiuto di ottimi collaboratori. Son contento esce due anni prima di Casablanca Casablanca, esordio dietro la macchina da presa per Nuti. Un film sull’arte, riflessione personale che si stacca dai precedenti e che coinvolge in prima persona l’interprete, in un ruolo di autore. Francesco Giglio (Nuti) è un cabarettista in crisi creativa da quando la sua donna – Paola (De Rossi) – l’ha lasciato solo, in una casa dove vive insieme a un canarino e alle sue frustrazioni affogate nell’alcol. Paola non vuole vivere con un artista, cerca una persona comune, per questo motivo lascia Francesco per un postino (Ricky Tognazzi), un collega di lavoro conosciuto in ufficio. Interessante la figura dell’impresario maneggione (Giuffrè) che trova contratti a Francesco, anche se lui recita sempre peggio e passa da un insuccesso all’altro. Il finale sembra aprire uno spiraglio, sia per l’arte che per l’amore, perché Francesco riprende vigore, trova nuovi ingaggi, infine rivede Paola. Le cose non vanno per il verso giusto: durante l’ultima esibizione Francesco mette in scena l’amore ritrovato, ma Paola comprende che quello non è il suo posto, quindi abbandona la platea del piccolo teatro e se ne va per sempre. Lo spettacolo continua.

Il film conta numerose scene di culto, ormai entrate nella leggenda del cinema italiano e nel nostro immaginario di ventenni. Io so’ per la caccia!, grida a un incolpevole uccellino un Francesco disperato; Io so’ cambiato parecchio da quando te ne sei andata. Se n’è accorta anche la portiera!, dice in un tentativo di riconquista nei confronti di Paola, sottolineando il fatto che la portiera del condominio non l’ha riconosciuto. Finiamo con Tele Messico in un televisore a colori con cento canali, che sostituisce la fantasia di andare a vivere in Messico, durante un dialogo surreale con Paola. Andiamo avanti con la sena del postino rapito (il fidanzato di Paola) e il relativo terzo grado a base di birra; la morte dell’uccellino (per fame, non certo per amore); il titolo spiegato dal protagonista durante un’esibizione teatrale mentre parla a una poltrona vuota e mormora Comunque son contento … son contento per te, che si ricongiunge al finale con Francesco in casa da solo, davanti alla stessa poltrona.

Spiegazione autentica del film: “Son contento rivisita il mio cabaret, il periodo dei Giancattivi, pure prima, inoltre racconta la storia di un abbandono e quanto la perdita di un amore possa influenzare un’artista”. In definitiva Nuti (vero e proprio autore) e Ponzi indagano con stile garbato e lieve il rapporto tra arte e vita, senza mai cadere nel banale, con un personaggio Nuti che piace al pubblico (meno ai critici) e che consolida tutti i tic e le manie che ne stanno facendo un beniamino dei giovani. Ponzi lo asseconda, gira un sacco di primi piani, Nuti e De Rossi sono sempre sulla scena con i loro volti, si mettono in gioco come veri attori di teatro; il primo si dedica al monologo, il suo modo preferito di far sorridere e di comunicare con il pubblico. Commedia malinconica e sentimentale, vero e proprio cinema d’autore che al tempo fu classificato commerciale, con Nuti calato nei panni di un comico di provincia innamorato, alla ricerca di nuova ispirazione, circondato da personaggi secondari che fungono da sponda alla sua vita. Comicità in salsa toscana, che a Firenze ottiene un grande successo, sia nel cinema di Prima Visione (stracolmo) che nel piccolo Cinema Italia nei pressi della stazione di Santa Maria Novella (usato come rinforzo). Un film da rivedere e da rivalutare, senza i pregiudizi intellettualistici d’un tempo, ripensando a quanto Nuti fosse un autore e un attore comico originale e sincero.

Regia: Maurizio Ponzi. Soggetto: Francesco Nuti, Maurizio Ponzi. Sceneggiatura: Francesco Nuti, Maurizio Ponzi, Enrico Oldoini, Franco Ferrini. Fotografia: Carlo Cerchio. Montaggio: Sergio Montanari. Musiche: Barluna, Carlo Maria Cordio. Scenografia: Guido Josia. Interpreti: Francesco Nuti (Francesco Giglio) Barbara De Rossi (Paola), Carlo Giuffrè (falcone, il manager), Laurie Sue Sherman (la ragazza straniera alla festa), Novello Novelli (gestore del Kursaal), Riccardo Tognazzi (postino), Ferzan Ozpeteck (madonnaro), Claudio Spadaro (invitato alla festa), Maurizio Boni,. Alberto Petrolioni, Anna Maria Natalini, Bianca Maria Toso, Vera Furlan, Massimo Franceschi. Durata: 99’ (2711 metri). Genere: Commedia. Location: Roma, Montecatini Terme. Interni: Studi De Paolis. Titoli esteri: I’m Happy (paesi anglofoni), Je suis content (paesi francofoni) Boldog vagyok (Ungheria)

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