“Sorvegliate il vedovo”, un lavoro del 1980 diretto da Robert Enrico

Articolo di Paolo Quaglia

Un poliziotto di mezza età viene chiamato a indagare sulla morte accidentale di una donna. La signora è precipitata dalla finestra mentre il marito si trovava nell’altra stanza. Lo sbirro sospetta un coinvolgimento del consorte e comincia a pedinarlo contro il parere dei suoi superiori. Sorvegliate il vedovo è un lavoro del 1980 diretto da Robert Enrico e interpretato da Michelle Serrault e Philippe Noiret.

Tratto da un romanzo di Alfred Harris il film appartiene al filone noir poliziesco che in Francia andava per la maggiore negli anni settanta. Ambientato in una Bordeaux grigia e poco ospitale ha più di un pregio in dote fra tutti la coppia di protagonisti in grado di emozionare dal primo sguardo. Capita raramente di assistere a una recitazione in grado di esaltare una vicenda, nel film di Enrico veder lavorare gli attori protagonisti è un’esperienza indimenticabile.

Philippe Noiret trasmette tutte le inquietudini di un agente disincantato e per questo pronto a esplodere le sue frustrazioni contro Michel Serrault, mite vedovo scosso dalla perdita. Dialoghi eccellenti si susseguono in un crescendo di sospetti reciproci fino a far dubitare lo spettatore della verità stessa. Non è un problema se il vedovo Serrault abbia o no ucciso la moglie perché il vedovo Noiret, certo della sua colpevolezza, non gli darà tregua. Sorvegliate il vedovo vive di un ritmo atipico fatto da scatti improvvisi di trama e da un sottile approfondimento psicologico senza rinunciare a uno sguardo sulla società francese del periodo.

Questi titoli del recente passato hanno il fascino di un cinema fatto di visi e parole, dove le sceneggiature esprimevano giudizi, spesso estremi, in grado di inquadrare i caratteri dei personaggi. I visi erano di attori e attrici mossi da passione per un mestiere che li rendeva credibili nel dipingere ogni tipo di carattere. Un film da approfondire perché in grado di raccontare una storia, crudamente garbata, che parla di uomini dandone un quadro non studiato a tavolino ma riscontrabile nella realtà della vita.

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