Squallida fine per l’ex sovrano di Spagna, Juan Carlos Alfonso Víctor María de Borbón y Borbón-Dos Sicilias. Juan Carlos, come lo chiamano tutti, sapeva sin da ragazzo che sarebbe diventato re. Avrebbe sostituito il discusso “reggente” Francisco Franco (sul cui comportamento durante la Seconda Guerra Mondiale pesano ancora ombre pesanti). Ma la sua vita non è stata sempre ineccepibile.
Il fratello Alfonso morì colpito accidentalmente da un colpo d’arma da fuoco. Alcune indiscrezioni riferirono che la pistola, al momento dello sparo, fosse nelle mani di Juan Carlos. Altre che l’incidente fu dovuto all’impeto con cui Alfonso aveva aperto la porta della stanza in cui si trovava Juan Carlos, facendo partire il colpo. La verità non si seppe mai.
Juan Carlos è stato anche protagonista di gesti eroici: nel 1967, durante il Gran Premio di Monaco, con un amico, si lanciò in soccorso del pilota Bandini, intrappolato nella sua Ferrari capovolta e in fiamme. Dopo un matrimonio che ricorda gli sposalizi tra case reali di altri tempi, nel giugno 1969, il principe accettò di sedere al trono e giurò di osservare le Leggi fondamentali del Regno e i principi del Movimiento Nacional.
Sono passati molti decenni. Anni nei quali azioni meritevoli, come la reintroduzione della democrazia in Spagna, si sono alternate a scandali nei quali troppo spesso compariva il nome del sovrano di Spagna. Fatti di cronaca che fanno sembrare ridicola la lista interminabile di titoli e onorificenze conferiti a Juan Carlos nei quasi quarant’anni di regno: re di Castiglia, re di León, re di Aragona, re delle Due Sicilie (!), re di Gerusalemme, re di Navarra, re delle Indie Orientali, Occidentale, delle Isole e della Terraferma del Mare Oceano, principe di Svevia, margravio del Sacro Romano Impero, arciduca d’Austria, duca di Borgogna, ….una lista che unita alle onorificenze straniere (da Gran Maestro e Cavaliere dell’Ordine del Toson d’oro ricevuta nel 1941 all’ultima, Membro di Classe Athir dell’Ordine nazionale al merito in Algeria, nel 2002) rende oggi “impresentabile” l’ex sovrano spagnolo.
Da giugno 2014 non è più re di Spagna: Juan Carlos ha abdicato in favore del figlio Felipe. C’è chi dice che questa decisione è stata presa per tutelare l’ex re e, al tempo stesso, non infangare troppo, il trono di Spagna con le tante “vicende” che nel frattempo sono emerse. Non è un caso se, con la ratifica della successione al trono è stata approvata anche una legge che se da un lato concede l’immunità dell’ex Capo dello Stato spagnolo, Juan Carlos, solo per i reati precedenti dall’altro gli riconosce il privilegio dell’ aforamento, ovvero essere giudicato non da un tribunale ordinario ma da un tribunale superiore.
Nei giorni scorsi, formalmente con una lettera indirizzata al figlio, re Felipe, l’ex re di Spagna Juan Carlos ha annunciato la sua decisione di “abbandonare” non solo la corona ma la Spagna. Ufficialmente per consentire al nuovo re di non essere macchiato e coinvolto nelle vicende del padre. Ma secondo molti questo abbandono non sarebbe neanche un esilio. Sembrerebbe più una fuga: non è un caso se Juan Carlos ha fatto sapere di volersi trasferire in Costa Rica.
Fuga da cosa? Il nome del re pare comparire in diversi scandali, processi e inchieste. Da quella della magistratura elvetica e del Tribunale supremo spagnolo sui conti in Svizzera a quella sulle società offshore nelle quali Juan Carlos avrebbe depositato presunte tangenti fino all’accusa di aver intascato una tangente di 100 milioni di dollari versata dall’ex re dell’Arabia Saudita per favorire l’assegnazione dell’appalto per la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità tra La Mecca e Medina ad un consorzio di 12 imprese spagnole.
Ma ci sarebbe anche altro, almeno a quanto emergerebbe dalle confidenze dell’ex-amante del re, la nobildonna tedesca Corinna zu Sayn-Wittgenstein (un nome che rimanda alla memoria comicità d’altri tempi): avrebbe dichiarato ad alcuni giornali di temere di essere stata usata come prestanome per operazioni di riciclaggio perché aveva la residenza a Montecarlo. La nobile tedesca avrebbe anche affermato di essere stata seguita da agenti del National Intelligence Center, il CNI, mentre era in Brasile e che un gruppo di uomini armati e agenti spagnoli avrebbero occupato il suo appartamento e il suo ufficio a Monaco per diverse settimane con il pretesto di coordinare misure di sicurezza.
Inchieste che si aggiungono allo scandalo per il viaggio in Botswana del 2012: Juan Carlos dovette farsi operare in seguito a una caduta avvenuta durante una lussuosa caccia all’elefante (con amante al seguito). Un gesto aspramente criticato dai media visti i costi esorbitanti e soprattutto il grave momento di crisi che stava attraversando il suo paese. Al punto che, al suo ritorno, il re fu costretto a chiedere scusa pubblicamente. A proposito di amanti, non si sa quante siano state, ma una biografia non autorizzata dell’ex re, pubblicata nel 2017, si intitola: “Juan Carlos: il Re dalle 5000 amanti”.
Un titolo esaustivo che spiega il rapporto tra l’ex re e l’ex regina. La quale non ha mai rilasciato dichiarazioni in merito e ha continuato ad essere presente agli eventi a fianco del marito, ma voci di palazzo riferiscono che i due occupano da molti anni due zone distanti del palazzo e comunicano solo attraverso i rispettivi segretari. Anche il genero dell’ex re e marito dell’infanta Cristina, Inaki Urdangarin, a capo dell’Istituto Noos, nel 2011, è finito al centro di un’inchiesta che lo ha portato sotto processo. in primo grado, Urdangarin è stato condannato per diversi reati. C’è addirittura chi avrebbe parlato di un figlio illegittimo più anziano di Felipe (e quindi, potenzialmente, primo erede al trono, se riconosciuto).
Insomma, una lista illimitata di scandali e voci di corridoio. Lunga quanto, se non più, di quella dei titoli nobiliari e delle onorificenze accumulate da Juan Carlos in oltre trent’anni di regno.Il tutto condito dalla crisi in Catalogna che ha messo in discussione come mai prima la figura della monarchia (e alle ultime elezioni i due maggiori partiti sostenitori della monarchia sono usciti maluccio). Motivazioni che, nelle ultime settimane, hanno costretto il governo guidato da Pedro Sánchez a chiedere al re Felipe VI (che già nei mesi scorsi aveva comunicato di voler rinunciare all’eredità del padre e di volerlo privare del vitalizio annuale di 180mila euro a carico dello Stato) di prendere duri provvedimenti nei confronti del padre.
E di spingere l’ex re Juan Carlos a fuggire: “Sono stato re di Spagna per quasi quarant’anni e ho sempre voluto il meglio per la Spagna e per la Corona”, ha scritto Juan Carlos nella sua lettera al figlio (e re) Felipe. In un comunicato, uno dei suoi legali ha assicurato che, nonostante la decisione di lasciare il paese, il suo assistito resterà a disposizione della procura del Tribunale supremo spagnolo che sta indagando su di lui. Intanto, però, il vecchio Juan Carlos Alfonso Víctor María de Borbón y Borbón-Dos Sicilias ha dichiarato di volersi trasferire in Costa Rica, uno dei paesi dove è praticamente certo di non correre il rischio di essere estradato in Spagna nel caso in cui le cose dovessero andare male …