Sposi è un film che nasce da un’ida di Pupi Avati, che firma soggetto e sceneggiatura – aiutato per i dialoghi da Marcarelli, Corallo e Manuzzi – per raccontare cinque diverse storie di rapporti coniugali che scorrono lungo la direttrice di uno steso film senza toccarsi mai. I titoli di testa recitano, infatti, Cinque storie d’amore interpretate da… e ogni segmento narrativo e girato da un regista diverso e messo in scena da diversi attori. Un film tristemente dedicato a Mick (Novecento), scomparso durante la fase di post produzione, che non ha fatto in tempo a vedere il film completato. Luciano Emmer – grande regista del neorealismo rosa, inventore della commedia balneare – fa un grande regalo a Pupi Avati, ponendo la sua firma su incipit e finale, dove spiega la sorte dei rapporti sentimentali tra le coppie, tutti a lieto fine. Sposi viene montato in una sola settimana – un record! – e racconta le vicissitudini di cinque coppie che si dipanano in luoghi diversi ma che hanno come caratteristica comune il giorno in cui accadono: il 13 agosto. Pupi Avati dirige l’episodio che vede protagonista Jerry Calà, attore con cui il regista bolognese tenta identico esperimento attuato con Diego Abatantuono e quel che viene fuori è forse una delle migliori interpretazioni del comico catanese, una tantum fuori dai cliché e dalla consueta macchietta televisiva. Calà è Luca, un presentatore televisivo che vive la parabola discendente della sua carriera, cerca di rientrare nel giro, senza riuscire a trovare uno sbocco professionale accettabile. L’idea dei suoi collaboratori sarà quella di farlo sposare con Assunta (Boccardo), una ragazza che è stata violentata da tre energumeni, uno dei quali assolto in tribunale. Il cinismo che pervade l’episodio è tale che si prende come opportunità di rilancio il possibile scalpore che verrà fatto dai rotocalchi dopo un simile matrimonio. Cesare Bastelli dirige il tormentato rapporto tra il ricco e maturo imprenditore Mario (Delle Piane) con la giovanissima e capricciosa amante Silvia (Sofia Ricci), fatto di litigi, incomprensioni e gelosie. L’uomo è in crisi perenne tra la passione che lo sconvolge e la poca credibilità che il loro rapporto avrebbe nei confronti degli altri. Il primo a non credere che possa funzionare è proprio lui. Bastelli è un collaboratore abituale di Avari, di solito suo aiuto regista e in qualche caso direttore della fotografia. Felice Farina guida Alessandro Haber e Ottavia Piccolo in un segmento molto teatrale che narra l’incontro di Robby e Federica al porto di Fiumicino, dieci anni dopo il loro divorzio, insieme al nuovo marito, ubriacone e inconcludente. Un episodio ricco di nostalgia e di rimpianto del tempo perduto, amaro e triste, ma con un lieto fine nei titoli di coda. Il quarto episodio vede alla regia Antonio Avati, di solito soltanto produttore, ed è un racconto dal taglio surreale, intriso di citazioni cinematografiche. Davide (Novecento) è un’ingenua maschera di un cinema periferico romano che mette incinta la non più giovane cassiera Giovanna (Marchini) e – nonostante la sua ritrosia – viene costretto al matrimonio riparatore. Il quinto episodio, diretto da Luciano Manuzzi, vede protagonisti i Gemelli Ruggeri (Manzalini e Turra), nei panni di due amici d’infanzia e Tatiana, una promessa sposa (Morlotti) piuttosto gelosa. Episodio molto avatiano, intriso di nostalgia e di ricordi, dalla casa paterna, alla campagna romagnola, passando per il lungomare di Cesenatico e il ricordo di una fantastica giovinezza perduta. I titoli di coda di Luciano Emmer rivelano i finali – tutti lieti come da tradizione del neorealismo rosa – e i relativi matrimoni delle coppie protagoniste, nel caso dei coniugi divorziati il loro ritorno a costituire una coppia che fa la spesa al supermercato.
Sposi è un ottimo film a episodi, caratterizzato da una colonna sonora struggente e suadente composta e diretta da Riz Ortolani, sorretto da una robusta sceneggiatura e da una recitazione ispirata da parte degli interpreti. Tutti molto bravi gli interpreti maschili, soprattutto un Calà in gran forma, un compassato Delle Piane, un isterico Haber e uno stralunato Novecento, ma non sono da meno i Gemelli Ruggeri, che mettono il loro stile molto sopra le righe in una storia che fa per loro. Benissimo Ottavia Piccolo, grande interprete di teatro, bene la Boccardo, credibile la giovanissima Sofia Ricci, straordinaria una Marchini ai limiti del surreale, mentre è meno intensa la modesta Morlotti. Stile di regia che segue le prime opere di Avati, molti piani sequenza, intensi primi piani e suggestivi momenti a base di ricordi accompagnati da una poetica voce fuori campo. Sposi è composto da cinque storie che sviscerano il rapporto uomo – donna, tutte credibili e realistiche, persino le più grottesche e surreali. Tra i temi fondamentali: il ritorno a casa, la poetica delle piccole cose perdute, l’amore contrastato, la ricerca del successo, il ricordo del primo amore e della giovinezza perduta. Non manca il cinema, con il racconto ambientato in un pidocchino di periferia dove gli spettatori sono costretti a vedere il primo tempo di Excalibur e il secondo tempo di Nove settimane e mezzo per un errore di consegna. Piccole storie sentimentali, a tratti ciniche e disincantate, sorrette da una voce lirica che accompagna i protagonisti verso le difficili promesse di un sempre. Bellissima l’idea del treno delle spose che attraversa la campagna con le ragazze da marito che restano in attesa ognuna della propria fermata.
Regia: Pupi Avati, Cesare Bastelli, Luciano Manuzzi, Felice Farina, Antonio Avati. Soggetto e Sceneggiatura: Pupi Avati. Collaborazione ai Dialoghi: Salvatore Marcarelli, Fabrizio Corallo, Luciano Manuzzi. Prefazione e Lieto Fine: Luciano Emmer. Fotografia: Roberto Dettore, Cesare Bastelli, Fabio Cianchetti, Roberto Meddi, Pasquale Rachini. Colore: Telecolor. Montaggio: Amedeo Salfa. Musiche (composte e dirette): Riz Ortolani. Edizioni Musicali: Bixio Cemsa. Operatori alla macchina: Antonio Schiavo – Lena, Roberto Cimatti. Aiuto Regia: Mariantonia Avati. Costumi: Grazia Colombini. Direttori di Produzione: Francesco Guerrieri, Giorgio Diritti, Massimo Cortesi. Produttori: Antonio Avati, Claudio Bonivento. Case di Produzione: Duea Film, Numero Uno Cinematografica. Negativi: Kodak. Girato in Technovision. Sonorizzazione: Cooperativa Lavoro Fono Roma, C.V.D.. Mixage: Romano Checcacci. Esterni: Bologna, Cesena, Cesenatico. Genere: Commedia. Durata: 95’. Cinque storie d’amore interpretate da: Jerry Calà, Delia Boccardo, Carlo Delle Piane, Elena Sofia Ricci, Gemelli Ruggeri, Lorella Morlotti, Alessandro Haber, Ottavia Piccolo, Nik Novecento, Simona Marchini. Altri Interpreti: Nicola Pistoia, Saverio Laganà, Pino Tosca, Gianfranco Salemi.