“The Hateful Eight”, il film più lungo di Tarantino

Articolo di Gordiano Lupi

Quentin Tarantino fa il bis con il genere western dopo il successo dello straordinario Django Unchained, scrive e dirige con abilità sopraffina un western da camera, teatrale, inquietante, violento e senza redenzione come The hateful height. Un film lunghissimo, il più lungo di Tarantino, con i suoi 187 minuti, che scorrono senza il minimo accenno di noia, privi di tempi morti, grazie a una sceneggiatura perfetta. Versione su pellicola leggermente più lunga e dai risultati perfetti, sfavillanti; versione in digitale da 167’ di minor impatto per i palati fini. Scrittura cinematografica tipica di Tarantino, scandita in capitoli, come se fosse un romanzo, voce narrante del regista, che nell’edizione italiana viene doppiata (bene) da Emiliano Coltorti.

I titoli dei capitoli sembrano tanti piccoli film, quasi una serie di omaggi a un genere rivitalizzato: L’ultima diligenza per Red Rock, Figlio d’un cane, L’emporio di Minnie, Domergue ha un segreto, I quattro passeggeri, Uomo nero inferno bianco. La trama è molto articolata e non è giusto raccontarla nei minimi particolari perché Tarantino contamina il genere western con il thriller e fa della tensione narrativa la sua arma migliore. Due cacciatori di taglie, interpretati dagli straordinari Samuel L. Jackson e Kurt Russell (doppiato benissimo da Pannofino), portano dal boia una pericolosa prigioniera (Jennifer Jason Leigh), ma quando fanno tappa in una locanda per ripararsi dalla bufera di neve dovranno affrontare un gruppo di banditi che tenterà di liberare la complice. La terribile imboscata darà vita a una cruenta resa dei conti. Non anticipiamo altro, molte sono le sottotrame, notevole la tensione che si sviluppa nel gioco delle parti e nella finzione scenica.

Un film molto teatrale, in gran parte girato in interni, ma quando la macchina da presa esce nella tormenta Tarantino fa grande cinema, ambientato tra il Colorado (Telluride) e il Canada. Fotografia lucida e intensa dell’ottimo Robert Richardson, presenza ricorrente del cinema di Tarantino, da Kill Bill a Django, passando per Bastardi senza gloria. Le sequenze in mezzo alla bufera di neve sono eccellenti, realistiche e di complessa realizzazione. Colonna sonora del grande Ennio Morricone, che vince il solo Oscar italiano 2016, con grande merito.

Tarantino dice che il suo film è ispirato a Bonanza, Il virginiano e Ai confini dell’Arizona, ma noi ci abbiamo visto anche tanto cinema splatter, molto Sergio Leone e tanto western italiano crudele e spietato, stile Fulci e Canevari. La pellicola contamina il cinema horror e la commedia grottesca, finendo per diventare un ibrido di impossibile classificazione, se non con il riassuntivo termine di cinema alla Tarantino. Ma potete star certi che è grande cinema e tutte le nomination agli Oscar che ha ricevuto sono più che meritate. Imperdibile.

Regia: Quentin Tarantino. Soggetto e Sceneggiatura: Quentin Tarantino. Fotografia: Robert Richardson. Montaggio: Fred Raskin. Effetti Speciali: Laurent Gillet, Method Studios, ScanlineVFX. Musiche: Ennio Morricone. Scenografia: Yohei Taneda. Costumi: Courtney Hoffman. Trucco: Heba Torisdottir. Produttori: Richard N. Gladstein, Shannon McIntosh, Stacey Sher. Produttori Esecutivi: Georgia Kacandes, Bob Weinstein, Harvey Weinstein. Casa di Produzione: The Weinstein Company. Distribuzione: 01 Distribution. Durata: 187’. Genere: Western. Interpreti: Samuel L. Jackson, Kurt Russell, Jennifer Jason Leigh, Walton Goggins, Demian Bichir, Tim Roth, Michael Madsen, Bruce Dern, James Parks, Channing Tatum, Dana Gourrier, Zoe Bell, Lee Horsley, Gene Jones, Keith Jefferson, Craig Stark, Belinda Owino.

Related Articles