Un film scolastico sul tema della difficoltà di educare e di crescere, che arriva in Italia con discreto ritardo – dato che sarebbe un film natalizio -, utile a ritagliare uno spazio importante per un’opera scritta con delicatezza, ambientata benissimo negli anni Settanta di un New England innevato e freddo, fotografata con garbo e interpretata da attori magistrali. Il protagonista è Paul Hunham (Giamatti), un burbero insegnante di storia della Barton Academy costretto a restare solo con la cuoca Mary Lamb – che ha perso il figlio in Vietnam – e cinque studenti obbligati a passare al collegio le vacanze di Natale. Il coprotagonista è Angus Tully (Sessa), ragazzo sveglio e intelligente con un carattere ribelle, che solo all’ultimo istante viene a sapere che non tornerà a casa perché la madre è in luna di miele con il nuovo compagno. La convivenza tra professore e ragazzi non è facile, l’insegnante non è un certo popolare, niente a che vedere con il Robin Williams de L’attimo fuggente, con il quale ha in comune solo l’amore per la docenza. Alla fine resta in collegio solo Angus, perché gli altri ragazzi partono per una vacanza insieme al padre di uno di loro, la madre non è reperibile, manca il consenso, lui non può viaggiare. Una volta rimasti soli, il legame tra professore e ragazzo comincia a stringersi, il rapporto cambia, tra piccoli incidenti, feste di Natale passate insieme, viaggi a Boston, l’incontro con il padre in manicomio e alcune bugie complici che cementano la relazione. Vengono alla luce impensabili eventi nella vita del professore che ha rinunciato a prendere decisioni e a impegnarsi, scegliendo di rifugiarsi nel liceo dove aveva studiato e di passare la vita come insegnante di provincia. Il professore protegge il ragazzo, impedisce che venga mandato via dalla Barton, prende su di sé il fardello di responsabilità e cerca di fare in modo che – almeno lui che ha tanto tempo davanti – non si pieghi e viva la sua vita. Un film intenso, che passa dai toni scanzonati di una commedia scolastica al dramma finale, raccontando uno spaccato di vita, come un romanzo di formazione alla giovane Holden, girato tra le nevi del Massachussetts, incredibilmente vietato negli States ai minori di anni 17 non accompagnati da adulti, per la presenza di droga e linguaggio esplicito, ma che in Italia è per tutti. The holdovers significherebbe alla lettera i rimanenti, in questo caso gli studenti costretti a restare, che non possono allontanarsi dal college per Natale. Il sottotitolo italiano Lezioni di vita allude alla crescita dei protagonisti, in una situazione obbligata di coesistenza, che non riguarda soltanto il ragazzo, visto che anche gli adulti crescono e accettano la loro esistenza. La cuoca metabolizza la mancanza del figlio, incontra la sorella che aspetta un bambino, si dedica di nuovo al suo lavoro; il professore decide che è il momento di fare quel che non ha mai fatto; il ragazzo accetta di cambiare e di impegnarsi negli studi per avere una vita migliore. Paul Giamatti – già visto in molti ruoli, lo ricordiamo come Rhino in uno Spider Man e protagonista de La versione di Barney – interpreta il personaggio della sua vita e si propone per un Premio Oscar (ha già vinto un Golden Globe). Il regista ha già collezionato un paio di Oscar (Sideways, Paradiso amaro) per il suo stile di sceneggiatore dotato di umorismo nero e amaro, ma in questo film si supera dosando in perfetto equilibrio – grazie alla sceneggiatura di David Hemingson – commedia e dramma. Potrebbe essere il terzo (meritato) Oscar. La stupenda fotografia anticata di Eygil Bryld conferisce il giusto tono retrò a una pellicola che appassiona e commuove, montata con i tempi giusti da Kevin Tent, scandita da un ritmo suadente e coinvolgente per oltre due ore. Colonna sonora country di Mark Orton, che ti accompagna tra le pieghe di un mondo lontano, portandoti per mano alla scoperta degli anni Settanta, complice la scenografia suggestiva di Ryan Warren Smith. Un film assolutamente da vedere, una commedia nordamericana dove gli attori sono così bravi che non sembrano recitare, cosa impensabile nel povero cinema italiano.
Titolo Originale: The Holdovers. Lingua: Inglese. Durata: 133’. Paese di Produziione: Stati Uniti d’America, 2023. Genere. Commedia, Drammatico. Regia: Alexander Payne. Soggetto e Sceneggiatura: David Hemingson. Produttori: David Hemingson, Bill Block, Mark Johnson. Produttori Esecutivi: Andrew Golov, Tom Williams, Thomas Zadra. Casa di Produzione: CAA Media Finance. Distribuzione (Italia): Universal Pictures. Fotografia: Eygil Bryld. Montaggio: Kevin Tent. Effetti Speciali: Adam Bellao. Musiche: Mark Orton. Scenografia: Ryan Warren Smith. Costumi: Wendy Chuck. Trucco: Donyale McRae. Interpreti: Paul Giamatti (Paul Hunham), Dominic Sessa (Angus Tully), Da’ Vine Joy Randolph (Mary Lamb), Carrie Preston (Lydia Crane), Brady Hepner (Teddy Kountze), Ian Dolley (Alex Ollerman), Kim Kaplan (Ye-Joon Park), Michael Provost (Jason Smith), Andrew Garman (dot. Hardy Woodrip), Naheem Garcia (Danny), Stephen Thorne (Thomas Tully), Gillian Vigman (Judy Clotfelter), Tate Donovan (Stanley Clotfelter), Darby Lily Lee-Stack (Elise).