“Tifosi”, raffigura gli eccessi di un tifo sportivo

Articolo di Gordiano Lupi

Tifosi è la seconda parte della trilogia natalizia che Neri Parenti dedica a mestieri particolari, vizi italici e personaggi (dopo Paparazzi e prima di Body-guard), raccontando con ironia (e molto realismo) la passione calcistica degli italiani. Il meccanismo è quello del film a episodi che si intersecano tra loro, pur non avendo punti di contatto ma solo un collante narrativo comune. Il filo conduttore sono quattro partite di calcio. Atalanta – Napoli vede interprete principale il nostro Nino D’Angelo nei panni del ladruncolo napoletano Gennaro Scognamiglio, così tifoso degli azzurri partenopei da posticipare l’uscita di galera per vedere una partita. Gennaro, una volta fuori, deve risolvere il problema della casa sottratta dagli usurai, quindi svaligia un appartamento insieme allo sciocco amico Ferdinando (Quintale). Ancora una volta il calcio irrompe nella sua vita, perché si rende conto che in televisione trasmettono Napoli – Atalanta, che non ha potuto vedere allo stadio per mancanza di soldi, quindi interrompe il furto e invita amici e conoscenti alla festa calcistica. Finale in bellezza. Arriva Maradona – che non aveva voluto partecipare al vecchio Quel ragazzo della curva B per mancanza di un cachet adeguato, ma qui produce De Laurentiis … – e i nostri eroi si accorgono di aver svaligiato il suo appartamento. Per evitare il sacrilegio rimettono tutto a posto, ma siccome a Napoli una foto con dedica di Maradona vale oro, sarà con quella che Gennaro pagherà il debito con l’usuraio. Lazio – Inter vede protagonisti Cesare Proietti (De Sica) – medico laziale – e Fabrizio Colombo (Iacchetti) – pilota interista -, invitati a pranzo dai rispettivi figli per comunicare la decisione di sposarsi e la prossima nascita di un erede. Malintesi a non finire, gag corporali più o meno riuscite, rivalità calcistica agli eccessi, risse tra tifosi, un pranzo trucido in un ristorante laziale, i cani della villa che mandano all’ospedale i due genitori, infine l’amore trionfa. Milan – Roma ha come protagonista Silvio Galliani (Boldi) – tassista milanista – e due trucidoni romanisti come Nando (Mattioli) e Luca (Bernabucci). Per tutto l’episodio il tassista tampona e investe i due tifosi ma non viene individuato, alla fine si trova a vedere la partita insieme a loro, conteso tra il tifo per il Milan e la speranza che vinca la Roma (come accade) perché sarebbe il suo 13 al Totocalcio del valore di un miliardo. Va da sé che Silvio perde la schedina. Un episodio che cita e ricorda identiche situazioni, recitate dagli stessi interpreti, viste in Fratelli d’Italia. Parma – Juventus vede mattatore assoluto Vito La Monica, detto Lo Zebrone (Abatantuono), squalificato dal giudice Gambarotta da tutti i campi di calcio, che si finge innamorato di Maria Luigia (che lui chiama Topa Gigia!) pur di vedere la partita dal balcone della donna, a Parma, che si affaccia sullo stadio Tardini. Verrà catturato dagli ultras locali (i terribili fratelli Culatello) e subirà l’onta della ritrattazione da tifoso, ma finirà celebrato come eroe per aver salvato il rivale da morte sicura in mezzo alle fiamme. La Juventus vince uno a zero contro il Parma, ma il gol è irregolare, come dimostra la moviola, e la rissa riprende …

Tifosi è pura farsa, chiamarla commedia è eccessivo perché non si tenta di fustigare costumi né di raccontare la vita, ma solo plautinamente di raffigurare gli eccessi di un tifo sportivo che – portati alle estreme conseguenze – diventano comici. Farsa riuscita, però, perché si ride per quasi tutto il film, complice una sceneggiatura senza punti morti, scritta dal regista con la collaborazione dei fratelli Vanzina, Brizzi e Martani. Attori in gran forma. Nino D’Angelo è un perfetto comico napoletano ben calato nei panni del ladruncolo tutto cuore e tifo partenopeo, che vive nella speranza di incontrare Maradona. Christian De Sica (Cesare Proietti è il suo nome di battaglia in molti altri film) e Massimo Boldi (si chiama Silvio Galliani, nome ad hoc per un milanista!) sono perfetti per certi ruoli comici eccessivi, così come Maurizio Mattioli e Angelo Bernabucci sono due credibili trucidi romanisti. Enzo Iacchetti è adatto al ruolo che interpreta, pure se risulta il comico meno efficace e più slapstick (sequenze in volo durante Inter – Bari), ma tutto sommato accettabile nell’economia della farsa. Diego Abatantuono rispolvera il suo terrunciello versione juventina e fa scattare la violenza al momento giusto con dialoghi di incontenibile comicità. Il personaggio, inventato dai Vanzina, torna in gran spolvero grazie ai due autori che scrivono soggetto e sceneggiatura. I protagonisti del film sfoggiano la loro vera fede calcistica, con la sola eccezione di Abatantuono, una tantum juventino, mentre è a tutti nota la sua fede rossonera. L’attore aveva già ricoperto ruoli da tifoso di varie appartenenze nei due capitoli di Eccezziunale veramente (originale e sequel). Il film è ben ambientato in luoghi calcistici reali come lo Stadio Olimpico e il ristorante Dar Laziale in via dei Fienili (visto in C’eravamo tanto amati), a Roma. A Napoli si gira nel vero carcere di Poggioreale, si vedono gli esterni del San Paolo, via Caracciolo e Mergellina. Milano ci presenta lo stadio Giuseppe Meazza (San Siro) e il Parco Sempione. Parma immortala il vecchio Stadio Ennio Tardini, precipitato nell’anonimato dopo il crack Parmalat. A Torino vediamo la zona di Porta Nuova e lo Stadio delle Alpi, il vecchio Comunale. Il film contiene stralci di vere partite della stagione 1998 – 99, ma la storia fa riferimento a incontri della stagione successiva creando diversi anacronismi e incongruenze, perché alcuni calciatori e allenatori nel frattempo avevano cambiato maglia. Sono cose che non rilevano più di tanto per il cinefilo, ma l’appassionato di calcio resta un poco spiazzato. Molte trasmissioni in auge vengono citate: Tutto il calcio minuto per minuto, Novantesimo minuto, La Domenica Sportiva. A Taste of Honey, sigla della popolare trasmissione radiofonica, è la musica iniziale del film.

La critica. Paolo Mereghetti (una stella e mezzo): “Fenomenologia calcistica come fa comodo ai processi televisivi: folcloristica e casinara, ma in fondo bambinesca e violenta solo a parole. Sceneggiatura sotto il livello di guardia. Restano gli attori, con Abatantuono, Boldi e Mattioli ancora capaci di strappare una risata; ma fa male vedere il grande Pibe de oro che recita con l’espressività di uno zampone di Modena”. Non si capisce la meraviglia critica, soprattutto non è dato sapere per quale misterioso motivo Maradona avrebbe dovuto recitare meglio, non è certo un attore ma soltanto un calciatore. Pino Farinotti (due stelle): “Il gioco del calcio come pretesto per attirare i tifosi di un genere di sicuro successo, senza sussulti, senza sorprese (se non quella del ritorno al film comico per Abatantuono e il cameo di Maradona). Tutto ciò che ci si aspetta, insomma. Un tassista milanese, un tifoso juventino, un piccolo furfante napoletano (il migliore in campo Nino D’Angelo), due suoceri tifosi di squadre avversarie”. Errore del critico, ché Abatantuono aveva già ricominciato a recitare da comico in Pararazzi e con la solita gag del terrunciello. Morando Morandini (due stelle per la critica, tre per il pubblico): “Quattro episodi sul tifo calcistico italiano i cui protagonisti sono nella vita (lo si sa dalla TV) tifosi delle squadre per le quali stravedono nel film. (Non è vero, ché Abatantuono è tifoso del Milan, nda). Girato male e impaginato peggio, (…) ma soprattutto diseguale. Al livello più basso, l’episodio con De Sica laziale e Iacchetti interista, entrambi tremendamente sopra le righe in un contesto sconfortante; e quello napoletano di D’Angelo alle prese con il Pibe (anzi Pube) de Oro, perfetta controfigura di San Gennaro (G. Manzoli). Si va un po’ meglio con Boldi, tassista di fede milanista alle prese con una schedina miliardaria del Totocalcio se la Roma batterà il Milan in uno sketch dai soprassalti surreali. E con Abatantuono, supertifoso juventino con storpiature lessicali degne di Totò”. Marco Giusti non pervenuto. Il Davinotti on line abbonda di variegati commenti che vanno dal gran film al gravemente insufficiente, passando per il non male, lo scarso e il mediocre. Citiamone un paio tra i più condivisibili. “L’ambientazione calcistica (o meglio dei suoi derivati, il colorito e spesso deviato mondo del tifo) giova al cinema di Neri Parenti e del suo storico gruppo (Boldi – De Sica più innesti) che qui trova una delle sue espressioni più riuscite. Sia chiaro che siamo sempre dalle parti della commediaccia, infarcita di umorismo spesso volgare (o di pancia come direbbero i più raffinati); in questa occasione però viene raggiunto il minimo sindacale di queste pellicole: si ride spesso e volentieri delle debolezze italiche pallonare”. (I gusti di Galbo). “Allegra cavolata che regge per un tempo, prima di iniziare a perdere decisamente colpi. Bravo Abatantuono (Zebrone), capo ultras interdetto alle partite (La prossima volta vado a Postumia a vedere la Gioconda di Pirandello). Ma anche Boldi il milanista se la cava bene (Vuoi paragonare il Palermo al Milan? È come paragonare Pupo a Elton John). Nota di merito per De Sica vestito da Aquila Laziale e per uno dei romani (Le emorroidi mi battono come du nacchere). Si lascia vedere, soprattutto se non si hanno grosse pretese umoristiche”. (I gusti di Puppigallo).

Regia: Neri Parenti. Soggetto: Neri Parenti, Enrico Vanzina, Carlo Vanzina, Fausto Brizzi, Marco Martani. Sceneggiatura: Neri Parenti, Enrico Vanzina, Fausto Brizzi, Marco Martani. Fotografia: Gianlorenzo Battaglia. Montaggio: Alberto Gallitti. Costumi: Vera Cozzolino. Scenografia: Maria Stilde Ambruzzi. Musica: Bruno Zambrini. Edizioni Musicali: Radiofilmusica. Negativi: Kodak. Direttore di Produzione: Giancarlo Montesano. Supervisione alla Produzione: Marcello Crescenzi. Produttore Esecutivo: Maurizio Amati. Produttori: Luigi e Aurelio De Laurentiis. Casa di Produzione: Filmauro. Genere: Commedia. Durata: 119’. Interpreti: Massimo Boldi (Silvio Galliani), Christian De Sica (Cesare Proietti), Diego Abatantuono (Vito La Monica detto Zebrone), Enzo Iacchetti (Carlo Colombo), Nino D’Angelo (Gennaro Scognamiglio), Maurizio Mattioli (Nando), Angelo Bernabucci (Fabio), Peppe Quintale (Ferdinando), Patrizia Loreti (Maria Luigia detta Topa Gigia), Massimo Ferrante (Zebrino), Andrea Moretti (Zebrino), Antonio Allocca (zio Gaetano), Alessandra Bellini (Marta Proietti), Giulio Brunetti (Fabrizio Colombo), Bruno Gambarotta (Giudice), Victor Poletti (Callisto Culatello), Alessandro Bettocchi (Pierpaolo Culatello), Giorgio Roma (Poldo Culatello), Erika Bernardi (hostess), Antonio Spinnato (barelliere), Franco Neri (proprietario centro scommesse), Peppe Lanzetta (Barracuda), Paolo Ricci (Ragazzo Biglietteria). Interpretano se stessi: Diego Armando Maradona, Maurizio Mosca, Idris, Massimo Caputi, Giacomo Bulgarelli, Ela Weber, Paolo Fabricatore, Giampiero Galeazzi, Fabio Fazio, Franco Baresi, Pasquale Bruno, Carlo Nesti. Partecipazione vocale: Raffaele Auriemma, Fabio Caressa, Maurizio Compagnoni, Riccardo Cucchi, Giulio Delfino, Bruno Gentili, Antonello Orlando, Alfredo Provenzali.

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