Tonino Guerra, l’anima poetica del cinema

Articolo di Anna Maria Geraci

La farfàla
Cuntént própri cuntént
a sò stè una masa ad vólti tla vóita
mó piò di tótt quant ch’i m’a liberè
in Germania
ch’a m sò mèss a guardè una farfàla
sénza la vòia ad magnèla.

La farfalla
Contento proprio contento
sono stato molte volte nella vita
ma più di tutte quando mi hanno liberato
in Germania
che mi sono messo a guardare una farfalla
senza la voglia di mangiarla.

Tonino Guerra (1920 – 2012 Santarcangelo di Romagna) è stato un poeta, sceneggiatore, scrittore e artista multidisciplinare. Ha collaborato alla realizzazione di più di centoventi film, insieme ai grandi del cinema nazionale e internazionale, fra questi: Antonioni, Fellini, De Sica, Rosi, Monicelli, i fratelli Taviani, Angelopoulos, Tarkovskij e Wenders. Nella sua lunghissima carriera vincerà un Premio Oscar al miglior film straniero per Amarcord (1975, scritto insieme a Fellini), quattro David di Donatello e cinque Nastri d’Argento alla miglior sceneggiatura. Ma la maggior parte dei riconoscimenti provengono dalla Russa, sua patria di adozione, dove conoscerà l’amata moglie, musa e traduttrice Eleonora Kreindlina (conosciuta come Lora Guerra).

Accanto all’attività di sceneggiatore, però, un altro tratto distintivo di Guerra è la sua delicata impronta poetica, un tocco lieve e nostalgico. Il suo talento poetico vede la luce, per la prima volta, all’interno di un campo di lavoro nazista, a Troisdorf. Dopo la traumatica esperienza, comporrà la sua più celebre e toccante lirica, intitolata La farfalla, che sarà il suo animale totem e il suo simbolo distintivo per tutta la vita. Dopo la carriera da insegnante, nel 1953, di trasferisce a Roma per tentare la fortuna come sceneggiatore. Collaborerà con Elio Petri, Giuseppe De Santis e Aglauco Casadio. Negli anni pubblicherà anche una serie di raccolte poetiche, romanzi e racconti come “Il Miele”, 1981, “L’Aquilone. Una Favola senza tempo”, 1982, con Antonioni e “I Bu”, 1972.

Negli ultimi trent’anni della sua vita, il maestro tornerà nella sua terra d’origine, Santarcangelo di Romagna e poi Pennabilli, nell’entroterra del Montefeltro, poco lontano da San Marino e Rimini.

Proprio a Pennabilli, nella sua amata Casa dei Mandorli, il maestro tornerà in contatto con la natura, curando moltissime cause, come la salvaguardia del suo territorio, oltre che continuando a scrivere per il cinema e per il teatro. Nella vecchiaia, Guerra si dedica anche all’arte, alla pittura e alla scultura, oltre che alla progettazione di fontane, installazioni, allestimenti, mostre e parchi che trasmettono ai visitatori il suo ideale di amore per l’ambiente e le tradizioni contadine. Per questo, inventa I luoghi dell’anima, un museo diffuso che comprende il Santuario dei pensieri, il Giardino pietrificato e l’Orto dei frutti dimenticati.

Tonino Guerra: <<Ecco con le mie opere vorrei suggerire un’innocenza. Anche un’innocenza modesta. Non ho voglia di spettacoli grandiosi, non ne ho voglia. E vorrei tanto che, se per caso, questi lavori dovessero capitare nelle case, non fossero molto più importanti dei muri che li accoglieranno […] Qui si tratta di piccoli suggerimenti. Potrebbero essere dei tentativi di una carezza.>>

Morirà il 21 marzo 2012, giornata mondiale della poesia istituita dall’Unesco e primo giorno di primavera. Ancora oggi, proprio Lora, la vedova del poeta, dalla casa museo di Pennabilli, chiamata “La casa dei mandorli”, amorevolmente cura, custodisce e promuove la memoria di questo grande personaggio contemporaneo.

Un montanaro quando si è accorto
che stava per morire
ha cominciato a salutare la sua roba.
Agli alberi da legna
che erano sotto la montagna
gli ha detto che lo dovevano perdonare
se gli aveva rotto le braccia per venderle ai fornai.
Agli alberi da frutto ha cominciato ad accarezzare
le pere, le mele e le susine
che erano cariche di sole.
A tutte le foglie dell’orto: l’insalata
la cipolla e i cavoli,
gli ha dato un’occhiata lunga.
Poi, prima di mettersi a letto
che si sentiva molto stanco,
è arrivato a salutare un fi lo d’acqua,
buona da bere, che sgocciolava da una roccia
come fosse un respiro bagnato
e le ha detto: “Acqua che vai giù
fi no a marina saluta il mare
che ho visto una volta soltanto
e mi ha fatto grande impressione
perché da quassù è soltanto
una riga lunga e blu”
[Guerra T., Piove sul diluvio, in Cesari L. (a cura di), Tonino Guerra. L’infanzia del mondo. Opere [1946.2012], Vol. 2, pp. 1877-1878]

Oltre Lora, a curare la sua memoria è l’Associazione Tonino Guerra, che promuove e gestisce periodicamente numerose iniziative, e il gruppo Facebook Tonino Guerra Per Sempre. Questo gruppo, recentemente, ha lanciato l’appello “Una poltrona per Tonino” e la raccolta firme per intitolargli una poltrona al Cinema Modernissimo di Bologna. La speranza dei suoi ammiratori è, dunque, che un poeta, un pensatore del calibro di Tonino Guerra non venga dimenticato, soprattutto nella sua regione.

Tonino Guerra: «Vorrei tanto […] farmi ricordare non come qualcuno che ha fatto tanti film e ha scritto delle parole poetiche, ma come qualcuno che dice agli altri di avere coraggio. Vorrei dire agli altri che il rumore della pioggia è stupendo, e la caduta della neve che imbianca tutti i pensieri è meravigliosa».

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