Tra due mondi è ottimo cinema francese contemporaneo, capace di coniugare le esigenze della fiction con quelle del cinema d’inchiesta; un film girato da Emmanuel Carrère, sceneggiato dal romanzo – indagine scritto dalla giornalista Florence Aubenas, per calarsi nel mondo del lavoro precario, raccontando una storia di sofferenza e di amicizia che coinvolge e appassiona fino alla fine. Unica attrice professionista Juliette Binoche, che abbandona i panni della scrittrice per capire quel che si prova lavorando in un mondo così lontano dal suo, pulendo i bagni a bordo dei traghetti, rifacendo camere alla velocità di quattro minuti per stanza, subendo il disprezzo e le offese dei ricchi. Carrère riesce a raccontare il mondo del lavoro, la società contemporanea e un ambiente tutto femminile, grazie a bravi interpreti non professionisti affronta il tema della precarietà, ma anche il profondo senso di appartenenza a una categoria e il divario incolmabile che separa le classi sociali. Tutto parte da un’inchiesta condotta in prima persona da una giornalista, girata in Normadia, in gran parte a bordo dei traghetti che collegano Francia e Inghilterra, sulle fredde spiagge della Manica, ma si complica con la condivisione di un mondo e di tutti i problemi collegati tra chi finge di essere chi non è e chi invece quell’esistenza deve affrontarla e non può cambiare. Una storia declinata al femminile, con un solo uomo nel gruppo (Cédric) che prova una certa attrazione per la protagonista Marianne, ma la giornalista non cerca complicazioni sentimentali, sta solo facendo un lavoro d’inchiesta. Presentato a Cannes, apre la Quinzaine des Réalizateurs, lo spaccato d’autore più interessante del Festival, è il film che segna il ritorno alla regia di uno scrittore amato in Francia come Carrère, ma che non avrebbe avuto ragion d’essere senza il libro scritto in prima persona da Aubenas. Fotografia scura e sporca che conferisce realismo, montaggio rapido, sequenze a base di frenetiche soggettive e nervosa macchina a mano, movimenti di macchina insoliti, originali, direzione di attori efficace, sceneggiatura che non fa una grinza, fino al commovente doppio finale. Carrère non cede mai alla tentazione del sentimentalismo ma fa compiere ai suoi attori soltanto scelte realistiche che rendono vera e vibrante la narrazione. Un film che ha circolato poco nei cinema italiani. Visto grazie al benemerito Piccolo Cineclub Tirreno di Follonica.
Regia: Emmanuel Carrère. Soggetto: Florence Aubenas (libro). Sceneggiatura: Emmanuel Carrère, Hélène Devynck. Fotografia: Patrick Blossier. Montaggio: Albertine Lastera. Musiche: Mathieu Lamboley. Scenografia: Julia Lemaire. Costumi: Isabelle Pannetier. Trucco: Albane Cousinard. Produttori: Olivier Delbosc, David Gauquié, Julien Deris. Casa di Produzione: Cinéfrance Studios, Curiosa Films, France 3 Cinéma, Studio Exception. Distributore (Italia): Teodora Film. Genere: Drammatico. Durata: 107’. Titolo Originale: Ouistreham. Lingua Originale: Francese. Paese di Produzione: Francia, 2021. Interpreti: Juliette Binoche (Marianne), Hélène Lambert (Christèle), Léa Carne (Marilou), Emily Madeleine (Justine), Patricia Prieur (Michèle), Evelyne Porée (Nadège), Didier Pupin (Cédric), Aude Ruyter (Lucie), Alicia Alonso (Alicia).