“Tra Valchiusella e Messico in giro per l’Olivetti” di Meuccio Bertarione (Hever Edizioni 2023 pp. 116) è la narrazione sensazionale e avventurosa della tematica poetica del viaggio, inteso come metafora della vita, alla ricerca del fortuito e inconsueto peregrinare nella fedeltà emotiva degli affetti fraterni e duraturi. Il protagonista ricorda la promessa fatta da bambino, nel momento in cui alla sua famiglia viene recapitata una lettera con la notizia della scomparsa dello zio Pietro in Messico. Il sincero e accorato impegno di riportare i resti mortali nella città di Vico, in Valchiusella, è il motivo avvincente di una trama che trae il suo sentimentale spunto dal valore romantico, spinge la qualità iniziatica dell’affermazione esistenziale e della scoperta dinamica di ogni altrove, ritrovato nelle testimonianze della travolgente biografia. Il libro, corredato magnificamente da superbe immagini d’epoca e interessanti illustrazioni a tema, dipinge la cornice struggente e commovente della storia, ripercorre il destino inesplorato nella direzione temporale di quattro viaggi, tutti mossi dall’esigenza di tradurre nella chiave storico – geografica la relazione attendibile delle scoperte unite dai legami, dal desiderio di conoscere e sapere la volontà documentaria del parente scomparso. Meuccio Bertarione alimenta il suo spirito di osservazione attraverso la peregrinazione appassionata di una storia con risvolti inattesi e sorprendenti, ammalia il lettore con un rendiconto entusiasmante e riflette, nello stile lineare e semplice, la vocazione di interiorizzare l’itinerario privato, di misurare lo stimolo della funzione narrativa e di controllare lo spazio dell’esperienza ancestrale, proiettando la miracolosa ed eccezionale prospettiva del sentire nel passaggio sconfinato della ricerca familiare. L’autore custodisce con riserbo e tenerezza la nostalgia delle emozioni, ricostruisce il cammino della memoria con il recupero ancestrale di avvenimenti fondamentali e di incroci determinanti sul senso di appartenenza, cura il dettaglio coraggioso e intraprendente di ogni confine del mondo alla scoperta di luoghi dell’identità. Il libro dilata la monografia relazionale dello zio con la combinazione di altre storie, degli studi e della carriera nella società Olivetti, annota gli episodi caratterizzati dalle incursioni imprevedibili della vita, i suggerimenti passionali delle ispirazioni dirette in giro per il mondo, dedica alla sequenza indicativa delle fotografie l’intensità emotiva della bellezza, assorbe l’impatto istintivo nelle parole della speranza, nel coinvolgimento di ogni persuasione aderente al racconto. L’esposizione autobiografica racchiude il tempo carezzevole dei ricordi dagli anni quaranta fino al 2001. Meuccio Bertarione ripercorre le tappe di una possibilità fiduciosa nell’emigrazione, nell’investimento seducente di un sogno, per cercare fortuna, per sottrarsi alla limitazione della povertà, per integrare l’orgoglio e la rispettabilità di un percorso sviluppato nella solidità e nel conforto del successo. Il ruolo altruistico dell’Olivetti contribuisce, nell’indimenticabile vicenda, alla solidarietà nobile e umana, alla disponibilità di una caritatevole generosità e al raggiungimento della felice conclusione. Il libro concentra il profumo della risolutezza, nelle pagine pervase di temerarietà e di grande forza d’animo, racchiude la calorosa e amorevole condivisione per la famiglia rendendo complice il lettore in un’incantevole spirale di armonia, di avventura, di dramma e di gioia, rappresenta l’itinerario di una formazione umana sostenuta nell’intensità dell’amore oltre le attese, i dolori e le soddisfazioni.
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