Troppo forte è il sesto film di Carlo Verdone, uno dei migliori, scritto e interpretato ai tempi in cui riempiva le sale, sceneggiato con la collaborazione di Rodolfo Sonego (per la parte di Sordi) e Sergio Leone, con un personaggio da bullo simpatico di periferia (Oscar Pettinari) che vorrebbe fare del cinema ma non è adatto, s’innamora di un’attrice americana (la modella Stella Hall) e viene turlupinato da un folle avvocato (Sordi). La trama ruota attorno a un tentativo di truffa ordito dal legale di Oscar per ottenere un cospicuo risarcimento da un produttore statunitense (Steiner), costruendo un finto incidente stradale. Molte trovate comiche irresistibili, dovute alla presenza sopra le righe di Sordi, anche se Verdone avrebbe voluto Leopoldo Trieste nei panni dell’avvocaticchio. La produzione impone un Sordi in gran forma che inventa uno dei suoi personaggi più antipatici e fuori dal tempo che conquistano il pubblico, forse meno la critica, ma l’effetto comico resta. Verdone aveva già interpretato il ruolo del figlio con Sordi, nell’ottimo In viaggio con papà (1982), è consapevole di dovere molto all’attore, ma in questo lavoro avrebbe voluto un’interpretazione più dimessa che buttasse meno in farsa il racconto. Il personaggio di Verdone non ha niente a che vedere con il Nando Mericoni interpretato da Sordi in Un americano a Roma e in Un giorno in pretura, come ha detto parte della critica, esasperando le similitudini tra l’attore del passato e il giovane erede. Oscar Pettinari è un’evoluzione comica del Rambo cinematografico, di gran moda alla metà degli anni Ottanta; è un ragazzotto della periferia romana che fa il cascatore nel cinema, corre sulla moto, si dà arie da grande eroe e da attore scafato, mentre è soltanto un grande bugiardo. Nel cast ricordiamo John Steiner (il produttore truffato), Michele Mirabella (il legale del produttore) e il mitico Mario Brega (scommettitore clandestino), oltre alla meteora Stella Hall, modella statunitense della quale abbiamo perso le tracce, forse perché ha fatto la stessa scelta del suo personaggio. Film girato in una Roma estiva, assolata e deserta, con molte sequenze a Cinecittà, per svelare il mondo dei cascatori e delle comparse, tutto quel sottobosco artistico che si muove attorno al cinema. Molte scene d’azione e di raccordo sono state girate nelle borgate, a Torvaianica, alla Magliana, a Fiumicino e sulla spiaggia di Ostia (con un nudo fugace della bella Stella Hall). Notevole la parte di pura azione motoristica che immortala la gara tra Oscar e un uomo di Brega durante una scommessa clandestina, interpretata da controfigure, ma il maestro d’armi e il Verdone regista sono bravi. Molte le parti comiche rimaste nella storia, come il racconto di Oscar che inventa a più riprese di aver affrontato un caimano in una palude durante le riprese di un vecchio film. Colonna sonora niente meno che del cantautore Antonello Venditti, mai invadente, senza brani storici, ma funzionale alla pellicola. Verdone non ama molto questo film, afferma che lui e Sordi non hanno funzionato al meglio, anche se rivisto a distanza di anni pare un lavoro gradevole, se pensato come farsa senza pretese, dove Sordi rispolvera un vecchio personaggio alla Mario Pio e Verdone si cala in un ruolo abbastanza originale e scanzonato. Da rivedere.
Lingua: Italiano. Paese di Produzione: Italia, 1986. Durata: 105’. Genere: Commedia. Regia: Carlo Verdone. Soggetto e Sceneggiatura: Sergio Leone, Rodolfo Sonego, Carlo Verdone, Alberto Sordi. Fotografia: Danilo Desideri. Montaggio: Nino Baragli. Musiche: Antonello Venditti. Scenografia: Franco Velchi. Costumi: Raffaella Leone. Produttore: Augusto Caminito. Casa di Produzione: Scena Film. Distribuzione (Italia): Titanus. Interpreti: Carlo Verdone (Oscar Pettinari), Stella Hall: Nancy, John Steiner (Mr. Mike Adams), Sal da Vinci (Capua), Mario Brega (Sergio), Alberto Sordi (Giangiacomo Pigna Corelli in Selci), Franca Dominico (Domitilla), Michele Mirabella (avvocato Fabiani), Luciano Bonanni (malato in ospedale).