Maria Bellini con il suo romanzo “Tutto il mio infinito amore” si mette a nudo con tutti noi lettori e ci mostra un lato della medaglia che il più delle volte tendiamo a non voler vedere o a nascondere. La protagonista del romanzo è la stessa Maria. Lei ha un figlio, Jack. Il piccolo bimbo è disabile ed è affetto da una grave forma di tetraparesi, ovvero i quattro arti del piccolo hanno una debolezza muscolare. Jack però soffre anche di continui problemi respiratori e per questo motivo ha bisogno di assistenza medica. La mamma sa che potrebbe chiedere aiuto allo Stato, ma nello stesso contempo è anche consapevole che non riuscirebbe ugualmente a sopperire alle spese. Per questo motivo decide di non chiedere aiuto a nessuno. È anche consapevole che piangersi addosso sarebbe inutile e quindi fa l’unica cosa sensata: rimboccarsi le maniche e mostrare a Jack le bellezze del mondo. Decide così di intraprendere un viaggio. Un percorso che servirà a entrambi i protagonisti, non soltanto a livello emotivo e sensoriale bensì anche a livello fisico. Grazie a Jack e al suo percorso, Maria riuscirà a mostrarsi per la prima volta senza l’armatura di donna forte e riuscirà a mostrare a tutti quel lato leggero. Un romanzo che si legge nel minor tempo possibile. Essendo autobiografico, ti entra dentro e noi lettori ci ritroveremo avvolti da questo mix di emozioni e sentimenti che l’autrice ci propone. Uno stile sincero, fluido, carico di sentimenti. Un mix di dolore e voglia di vivere. Gioia e paura al tempo stesso. Una lettura che metterà in tutti noi e in chi come la stessa autrice, vive la stessa situazione, una voglia di rinascita e speranza!
“Sono circondata da bambini felici che con i loro secchielli e palette si divertono a fare castelli di sabbia, fanno conoscenza con l’acqua e la maggior parte di loro ha il supporto di nonni che amorevolmente li sostengono e danno una mano dove possono, per far riposare mamme e papà”.