“Tutùm” di Giancarlo Triscari, un romanzo dal titolo singolare o forse no!

Articolo di Francesco Ferrara

“Tutùm” è un titolo singolare per un romanzo o forse no!

È piuttosto raro che l’autore di un libro scelga di utilizzare, come titolo della sua prima opera letteraria, un suono, a noi tutti familiare ma al quale forse badiamo poco: tutùm è il suono (non proprio regolare) che emette il cuore di ciascuno di noi.

Ma siamo proprio sicuri che in alcune circostanze, in cui le emozioni prendono il sopravvento il cuore faccia “tutùm”?

Non lo sappiamo ma abbiamo bisogno di dare un nome alle cose che ci accadono. E’ una necessità umana, è un bisogno di sicurezza che ci rassicura e ci consente di dialogare e, dunque, raccontare quello che abbiamo provato.

Ed anche Giancarlo Triscari, magistrato, palermitano di nascita e romano di adozione, fine giurista e dunque abile penna, non può sfuggire a questo imperativo antropologico di definire con una parola l’emozione forte e sconvolgente che lo attraverso nella sua prima adolescenza quando dinanzi a suoi occhi increduli scopre che “il viaggio” insieme al fratello maggiore non lo potrà compiere più.

La sua vita cambia, all’improvviso, la pellicola dei ricordi familiari, le immagini di vita spensierata, i sogni sembrano cambiare colore, eppure – come in un film – c’è una colonna sonora che lo accompagna.

Non è solo il suono del flauto che il fratello suonava a Palermo e che improvvisamente, dopo essere passato di mano in mano, ricomparirà a Roma ma sono gli incontri di amici e colleghi che sembrano seguire un misterioso copione.

Quel viaggio il protagonista lo compirà comunque – in luoghi diversi, con persone diverse – tra il sogno e la realtà, poco importa il confine: è letteratura.

Non è solo un racconto autobiografico ma quasi una guida ad un viaggio interiore che consente al lettore, accompagnato dalla penna gentile e garbata dell’autore, di sintonizzarsi sulle emozioni dei personaggi che sono descritti e di scavare sotto la cenere per scoprire, ancora incandescenti, le proprie emozioni.

Con uno stile, assimilabile ai maestri del neorealismo cinematografico, Triscari libera i pensieri dalla catena protettiva della ragione, senza per questo perdere mai quella sistematicità espositiva che conferisce armonia alle parole.

Parole, che, come scrive il protagonista, sono state la sua passione fin da giovanissimo quando impegnato nella traduzione dei classici latini e greci amava “tirar fuori dal testo il senso vero e profondo delle parole”.

E allora ecco che “Tutùm” può essere – a ben merito – il titolo di un romanzo, scritto da chi sa fare spazio dentro di sé per ascoltare gli altrui sentimenti e condurre il suo lettore in un tuffo nel mare blu della Sicilia.

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