La luna mostra sempre la stessa faccia e dalla Terra non sappiamo quel che nasconde il suo lato oscuro. È là che gli spaziali di Vega hanno costruito una base per attaccare il nostro pianeta.
Gandal è il capo dell’esercito e risponde direttamente a Vega. Gandal è una specie di colosso dal volto pallido, d’un bianco mortale, ma è un robot costruito da Vega. All’interno del volto contiene una piccola donna vestita di rosso che comanda e dà indicazioni a Idargos. Il capo supremo però è il terribile Vega, l’imperatore delle Galassie, il conquistatore dei mondi, un essere dal volto scimmiesco e inquietante che pare un lupo con fattezze umane. Idargos è solo il comandante delle truppe di assalto e deve subire le continue angherie di Gandal e della donna che esce dal suo volto. E adesso il comando di Vega è soltanto uno: “Catturare o distruggere Golkdrake!”. L’imperatore sa che se non si liberano di lui la conquista della Terra è impossibile.
Actarus è tornato alla solita vita in fattoria e lavora nei campi con passione, accudisce il bestiame, doma puledri. In fondo sono le cose che più ama della nuova esistenza terrestre. Però il suo sguardo scruta sempre la luna quando cala la sera. E stasera la luna è di nuovo rossa. Vega è pronto a sferrare un nuovo attacco.
“Sono stanco di questa violenza” pensa.
E ricorda il passato sulla stella Flydd, lo sterminio di Vega, la paura, la fuga sulla Terra.
“Devo uccidere Vega” pensa.
Actarus non si accorge che dietro di lui c’è Alcor. Dopo il salvataggio Alcor sospetta che Actarus e Goldrake siano la stessa persona.
“Chi sei?” gli chiede a bruciapelo.
“Sono il figlio del dottor Procton” risponde Actarus.
“Non ti credo” ribatte Alcor.
Tra i due ragazzi non c’è mai stata simpatia. Si odiano sin dal primo giorno. Alcor crede che Actarus sia antipatico e scostante. Sta sempre sulle sue, non vuol parlare. Alcor lo aggredisce con un pugno al volto.
“Devi dirmi la verità!” grida.
Actarus non si scompone. Lo lascia fare. Se ricorresse ai suoi poteri di Goldrake potrebbe distruggerlo con un dito. Ma non vuole.
“Ti senti più tranquillo, adesso?” domanda.
Alcor schiuma rabbia. Actarus neppure risponde alle provocazioni e rifiuta di battersi con lui.
“Scoprirò chi sei” gli dice.
Quando Alcor se n’è andato Actarus si lascia andare ai ricordi. Lui ama la Terra dove è andato a vivere. L’unica cosa che vuole fare è vivere come un normale essere umano, ma sa che fino a quando sarà presente la minaccia di Vega non lo potrà fare.
Il giorno dopo alla fattoria Rigel aiuta Alcor a riparare il disco volante. Il vecchietto è convinto di saperci fare con i mezzi spaziali.
“Stai fermo al comando e fai quello che ti dico” intima Alcor.
Rigel però è troppo emozionato nel trovarsi alla guida di un vero disco volante che comincia a toccare un po’ tutto e alla fine si alza in volo. Rigel è in pericolo. Non ha la più pallida idea di come si manovra un disco volante. Actarus e Venusia restano a terra esterrefatti. Mizar guarda il cielo impaurito. Actarus comprende che soltanto lui può fare qualcosa e allora scappa via dalla fattoria in groppa al puledro prediletto, il più indomabile. A un certo punto abbandona il cavallo e si alza in volo in mezzo al cielo. Actarus sale sul disco dove trova Rigel svenuto, si mette ai comandi e lo riporta a terra.
“Tu come sei salito qua sopra?” chiede Rigel al risveglio.
“Hai fatto un atterraggio di emergenza e io ne ho approfittato” risponde Actarus.
Actarus ha salvato la vita a Rigel, questo è quel che conta.
A lui può raccontare la balla dell’atterraggio ma non ad Alcor che come sempre lo ha seguito e ha visto l’incredibile trasformazione di Actarus in uomo volante e ha capito il suo segreto.
Il giorno dopo alla base spaziale è il dottor Procton che prende da parte Alcor e gli racconta la vera storia di Actarus.
“Actarus era un principe che viveva nella pacifica stella Flydd, un pianeta dalla tecnologia molto avanzata che un brutto giorno venne conquistato dal re Vega. Quando ci fu l’invasione vennero bruciate città e campagne. I genitori di Actarus vennero uccisi. Fu allora che Actaruis rubò il robot Goldrake e scappò via, con quello ha attraversato milioni di galassie e ha raggiunto la Terra. Sono stato io a trovarlo e l’ho fatto passare per mio figlio”.
“Mi spiace di aver pensato così male di te” dice Alcor.
I due si stringono la mano. Sono diventati amici.
“Potete stare sicuri che manterrò il segreto” conclude.
Il racconto del dottor Procton ha smosso brutti ricordi nel cuore di Actarus che rammenta l’invasione di Vega, un mondo messo a ferro e a fuoco e soprattutto la morte dei suoi genitori. Gli orrori del passato tornano a far male e sono come coltellate che scavano antichi dolori.
All’improvviso però va affrontato il presente.
Le truppe di Vega sono entrate nell’atmosfera terrestre.
“Alcor, non rischiare!” grida Actarus.
Ma il ragazzo non si fa intimidire.
“Sono un terrestre e devo difendere il mio mondo” dice.
Actarus allora lo colpisce con un pugno al volto.
“L’ho fatto solo per il tuo bene. Non puoi fare niente contro di loro”.
Actarus corre con la moto verso la base rifugio di Goldrake e mette in azione il robot spaziale.
“La Terra è la mia seconda patria e non permetterò che venga invasa. Ho già assistito una volta a scene di distruzione. Non deve più accadere” mormora Actarus.
Goldrake è in volo e si getta contro i dischi volanti di Vega.
“Maglio rotante!” “Disco tranciante!” “Doppio raggio esplosivo”!”
I colpi di Goldrake eliminano diversi minidischi di Vega e rallentano l’invasione. Il robot guidato da Actarus lotta come una furia contro la flotta spaziale capitanata da Idargos che viene dalla base lunare.
Intanto Alcor è a terra svenuto dopo il pugno di Actarus. Mizar è accanto a lui e cerca di svegliarlo.
“Alcor, i dischi di Vega ci stanno attaccando!” grida.
Alcor si sveglia di soprassalto e subito si mette alla guida del disco volante e si getta contro gli spaziali in difesa del suo pianeta.
Idargos fa uscire un mostro spaziale per la battaglia decisiva contro Goldrake. Si tratta del terribile Doppio Gamma, un mostro meccanico a forma di testuggine, che afferra il robot volante di Actarus e blocca l’uscita di Goldrake dalla nave spaziale. Pare che per Goldrake sia finita. La nave spaziale precipita sempre di più e Doppio Gamma la stringe forte per farla sfracellare al suolo.
Per fortuna che arriva Alcor. È soltanto per merito suo che Goldrake riesce a liberarsi. Sono i raggi che il disco rudimentale di Alcor spara su Doppio Gamma che gli fanno allentare la presa e permettono a Goldrake di uscire dalla nave spaziale prima che cada a terra.
Ha inizio un furioso corpo a corpo tra Goldrake e Doppio Gamma, una lotta all’ultimo sangue in difesa della Terra. Doppio Gamma però colpisce più volte Goldrake che pare indebolito e in difficoltà. Alla fine lo spinge ai bordi d’un precipizio e lo fa cadere pesantemente al suolo. Poi si getta sul robot dall’alto della collina ma commette un errore. Goldrake non è finito e lancia su Doppio Gamma un raggio perforante che lo distrugge. La Terra è salva. Alcor però questa volta ha reso il favore ad Actarus e gli ha salvato la vita. Actarus comprende che persino un piccolo ma coraggioso terrestre può essere di aiuto nella lotta contro Vega. Una stretta di mano tra i due suggella quella che ormai è diventata una vera amicizia che nessuno potrà distruggere. Il sole sta tramontando e Actarus se ne va a cavallo verso l’orizzonte con la mente piena di pensieri. Ricorda l’invasione della stella Flydd, il suo paese natale, la morte dei genitori, degli amici, le scene di distruzione. Però in cuor suo è felice perché oggi ha salvato la Terra dalla minaccia di Vega.