Actarus è in una città semi distrutta e si trova coinvolto in un attacco spaziale. Intorno a lui uomini in fuga e bombe che cadono dal cielo. Una bambina rincorre un cane sotto un fitto bombardamento di dischi volanti e cerca di salvarlo da una tragica fine. Palazzi esplodono sotto violente scariche di raggi spaziali. Un panorama di morte e distruzione. All’improvviso compare in mezzo al cielo il volto di Vega sorridente. Per fortuna è soltanto un incubo, un sogno terribile.
Actarus si desta di soprassalto, stravolto e madido di sudore.
Non c’è nessuna invasione aliena e lui è alla fattoria, nella sua oasi di pace che ha trovato sulla Terra. Tra l’altro la fattoria di Rigel è in grande fermento perché come ogni anno viene organizzata la rituale festa campestre che saluta la fine dell’estate.
“Inviterò anche i miei amici spaziali” dice Rigel.
Alla base lunare le truppe di Vega che Rigel ha definito “amici spaziali” si stanno preparando per l’attacco decisivo. Randall ha dato ordine a Idargos di conquistare la Terra e di attaccare la base spaziale del dottor Procton durante la festa. Intanto alla fattoria è arrivato Vandall, un giovane contadino pasticcione e imbranato innamorato di Venusia. Rigel non è per niente d’accordo, lui è geloso della figlia e non vuole che nessuno la tocchi. Mentre si prepara la festa Alcor fa la guardia al cielo con il suo disco e Actarus suona la chitarra appoggiato al suo albero preferito. Il dottor Procton e l’assistente Yamada controllano che non accada niente e si trovano alla festa solo per ragioni di servizio. Rigel insiste sulla sua fissazione e sale sulla torretta per lanciare un invito agli amici spaziali.
Finalmente la festa ha inizio e Rigel beve birra a più non posso, mentre Mizar è piccolo e per lui la birra è ancora vietata. Tutti sono allegri nell’ultimo giorno di festa prima che arrivi l’inverno.
Alcor litiga con il rozzo Vandall. Poco prima Alcor aveva spaventato Vandall con il disco volante, adesso i due si prendono a cazzotti. Si contendono un ballo con la bella Venusia che invece ha occhi solo per Actarus. Il ragazzo se ne sta in disparte nella stalla. Venusia si avvicina a lui e lascia che Alcor e Vandall continuino a litigare.
“Perché non balliamo?” gli chiede.
Interviene subito Rigel che monta su tute le furie per la gelosia e impedisce ai due di ballare insieme. Prende Venusia e fa attenzione che nessuno si avvicini. Tira fuori un cappio molto eloquente e grida: “Chi tocca mia figlia muore!”
Vandall allora va a infastidire Yamada che era venuto alla fattoria con il dottor Procton per attendere un avviso via radio degli alieni. Vandall obbliga Yamada a bere birra e a ballare con loro.
“Se non bevi ti sparo!” lo minaccia.
Pure Alcor si unisce alla minaccia scherzosa.
Yamada non vorrebbe ma si trova costretto ad abbandonare il suo punto di osservazione e a partecipare alla festa.
A un certo punto i dischi volanti di Vega sorvolano la fattoria e sferrano un attacco improvviso.
Rigel salta in qua e in là e non sta nella pelle per la contentezza.
“Hanno accettato il mio invito” dice.
Purtroppo ha scambiato i raggi spaziali per manifestazioni di gioia.
Alcor parte in volo con il suo disco per difendere la fattoria, lui è come sempre molto coraggioso ma può fare poco. Non ha certo i poteri di Actarus. Alcor spara i suoi raggi spaziali e centra un disco ma viene subito abbattuto. Per fortuna la caduta produce solo danni al disco e Alcor resta a terra stordito. A questo punto le truppe di Idargos lanciano l’attacco decisivo per mezzo del gigantesco mostro Balbar. Non hanno fatto i conti con Goldrake. Il dottor Procton dalla base spaziale fa lanciare in cielo una nebbia antiradar che oscura il rifugio del robot e così Idargos non può capire qual è la montagna di Goldrake. Il robot giustiziere vola nello spazio e attacca il disco di Vega lanciando raggi perforanti. Balbar è distrutto e la flotta di Vega batte in rapida ritirata. Alcor è salvo ma ha rischiato la vita.
Intanto alla fattoria Rigel dà il via di nuovo alla festa e la sua spiegazione dei fatti è davvero originale.
“Gli spaziali si sono offesi perché li ho invitati in ritardo!”
Una risata generale sdrammatizza la tensione.