Un ritratto di Elsa Morante a trentasei anni dalla morte

Articolo di Pietro Salvatore Reina

Il 25 novembre 1985 muore Elsa Morante, vincitrice nel 1957 del premio Strega con il suo secondo romanzo L’isola di Arturo. Elsa Morante è una «narratrice nata», un «angelo armato di penna» (A. Moravia); Elsa offre alla Letteratura (cfr. https://www.ilsaltodellaquaglia.com/2021/08/18/elsa-morante-una-vita-per-la-letteratura) tutta la propria esistenza (G. Ferroni).

Negli anni Settanta la donna e la scrittrice Elsa Morante attraversa, vive una crisi personale e intellettuale che «coincide con il rivelarsi dei nuovi caratteri della società di massa, con l’affermazione della ne0avanguardia, col diffondersi delle forme di contestazione e di rifiuto proprio della nuova sinistra […] avverte fino in fondo il lacerarsi di quel mondo incantato di quell’Italia magica e favolosa che aveva rappresentato nell’Isola di Arturo» (G. Ferroni, Storia della letteratura italiana. Il Novecento e il nuovo millennio).

Il Sessantotto, la prima esplosiva manifestazione della globalizzazione (M. Revelli) mette in discussione la società, o meglio, le società e il loro rapporto con la politica, il potere (come non ricordare l’articolo-intervento di Romano Luperini Quale politica, quale cultura? in «Libri nuovi» del gennaio 1976).

La prima manifestazione «politica» della Morante si palesa nella conferenza Pro o contro la bomba atomica tenuta e letta a Torino nel 1965, raccolta, poi, nel volume postumo Pro o contro la bomba atomica e altri scritti (1987).

Nel «rivoluzionario» anno 1968 – una data fatidica, epocale nella quale l’insieme della società italiana sogna ma soprattutto è attraversata dalla volontà di un profondo rinnovamento politico e morale – Elsa Morante pubblica Il mondo salvato dai ragazzini. Un «libro di grandi slanci, anche formali. Non c’è nulla nella tradizione letteraria italiana che gli assomigli anche lontanamente. Il poemetto, il teatro, la poesia visiva, il libello sono mescolati con un’alchimia che sembra far esplodere l’oggetto libro, proiettare il testo fuori dalle pagine, anche graficamente: come un appello che esca da una gabbia e vada alla ricerca dei «ragazzini» di tutto il mondo. Un inno all’adolescenza, alla sua energia e alla sua bellezza come visione politica per cambiare il mondo. Per questo è il libro che concentra e riassume tutti gli altri libri di Elsa Morante» (dalla Prefazione di G. Fofi). Pier Paolo Pasolini lo definisce un «manifesto politico scritto con la grazia della favola, con umorismo, con gioia».

Nel mese di giugno dell’anno 1974 pubblica il romanzo La Storia. Un romanzo «che fece discutere l’Italia di destra e di sinistra» (C. Garboli). Ma la stessa Morante lo definisce non un «romanzo» ma un «manifesto, un’azione politica». Pensato, ideato tra il 1971 e il 1973, il nuovo capolavoro della Morante servendosi delle parole dell’evangelista Luca, messe in esergo, formula un’esplicita condanna della Storia; Elsa Morante preferisce, sceglie le storie dei «piccoli», di un’umanità umile, fragile e indifesa.

La Storia, nel mondo dell’editoria, vanta due eccezionalità. È pubblicato direttamente nella collana economica «Gli Struzzi» perché è un libro che vuol parlare di tutti. Per La Storia di Elsa Morante la casa editrice torinese Einaudi idea la prima pubblicità a pagina intera di un libro su un quotidiano, pubblicità che appare sul «Corriere della Sera» del 20 giugno 1974.

La Storia è un romanzo di dolore, di grande tensione, di disperazione ma anche di profonda bellezza, misericordia, saggezza.

Le tristi vicende degli anni Settanta, la malattia, la tragica fine dell’amato amico Pier Paolo Pasolini, la vecchiaia gravano addosso sul corpo, sull’anima della nostra autrice. Nel suo ultimo romanzo Aracoeli (1982), infatti, riversa la sua stanchezza, la sua delusione, i suoi drammi. Ritorna il tema archetipo della fusione tra madre e figlio già esplorato e narrato nell’Isola di Arturo. Ma in Aracoeli c’è soprattutto la struttura di un viaggio di iniziazione, un viaggio in un’epoca e in uno spazio storicamente e geograficamente (l’Andalusia) connotato ma contestualmente nel buio dell’inconscio alla ricerca della verità. Aracoeli è il romanzo più misterioso, difficile, profondo nel quale Elsa Morante nasconde e tesse la sua ineffabile passione per la Vita, per la Letteratura alla quale il nostro «angelo armato di penna» ha dedicato la propria Vita.

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