“Un uomo felice”, una volta tanto la commedia francese ci delude,

Articolo di Gordiano Lupi

Dopo la visione di Un uomo felice resto sconcertato per la lettura di tante recensioni positive, tutte improntate all’idea che il regista abbia scongiurato la farsa in favore di una commedia di caratteri ben strutturata. E pensare che per tutta la durata del film ho sperato che la storia finisse in farsa, perché il tema si prestava soltanto a quello, vista la presenza di molti attori comici francesi, tra questi il grande Fabrice Luchini che mette di buon umore solo con la mimica facciale. Non può essere credibile il fatto che una donna sposata da quarant’anni con un uomo politico – che si sta ripresentando alle elezioni come sindaco – si renda conto (passati i sessanta) che vuol diventare uomo e smettere di fingere femminilità. Tutto questo dopo aver messo al mondo tre figli, una delle quali è incinta e la sta facendo diventare nonna, ed essersi comportata da donna (repressa) per gran parte della sua vita. Un tema simile si presta solo alla farsa, invece il regista impone una svolta quasi drammatica, con un assurdo lieto fine tra il sindaco e la moglie barbuta, facendo venire a mente opere (di certo migliori e al tempo davvero trasgressive!) come La donna scimmia di Marco Ferreri. Rivaluto Il filo invisibile di Marco Simon Puccioni, che si occupa di un tema complesso ma lo fa con maggior rispetto e con più senso del reale, senza scadere in farsesche situazioni e in patetici momenti angosciosi. L’identità di genere e tutte le sue implicazioni nei primi momenti della pellicola sono un pretesto per far ridere, peccato che il regista finisca per prendersi troppo sul serio, si penta persino di tanta leggerezza, e scada nel dramma pacchiano con tanto di abbraccio finale tra amanti ritrovati. Si salvano solo gli attori, tutti piuttosto bravi, a partire da Fabrice Luchini, intenso e coinvolgente, comico e ben calato nella parte. Bene anche Catherine Frot in un’interpretazione piuttosto complessa, spesso più drammatica che comica. Una volta tanto la commedia francese ci delude, proprio come quella italiana, prendendo una strada diversa dal realismo delle situazioni, scadendo in un grottesco involontario. Consigliata solo per i fan di Luchini, bravo come sempre.

Regia: Tristan Séguéla. Sceneggiatura: Isabelle Lazard, Guy Laurent. Fotografia: Frédéric Noirhomme. Montaggio: Alice Plantin, Grégoire Sivan. Musiche: Amine Bouhafa. Scenografia: Emmanuel de Chauvigny. Costumi: Carole Gérard. Produttori: Matthieu Tarot, Sidonie Dumas. Case di Produzione: Albertine Productions, Gaumont, France 2 Cinéma. Distribuzione (Italia): Teodora Film. Titolo originale: Un homme heureux. Lingua Originale: Francese. Paese di Produzione: Francia. Anno: 2023. Durata: 98’. Genere: Commedia (?). Interpreti: Fabrice Luchini (Jean Leroy), Catherine Frot (Édith – Eddy Leroy), Philippe Katerine (Francis), Artus (Thomas), Canmille Le Gall (Carole), Grégoire Bonnet (Gérald), Agnès Hurstel (Marie Leroy), Paul Mirabel (Luc Leroy), Bastien Ughetto (Pierre Leroy), Thomas VDB (macellaio), Chicandier (Dufour), Laëtitia Eido (medico), Haroun (Cédric Vasseur).

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