Un viaggio nell’era dell’intelligenza artificiale tra etica e diritti con il sociologo, professor Francesco Pira

Articolo di Merelinda Staita

Il professore siciliano: “L’IA rappresenta quel futuro che tutti noi non riusciamo ancora ad immaginare. Dobbiamo capire quanta umanità mettiamo nell’utilizzo delle tecnologie. Non deve e non può servire per disumanizzare l’umanità”.

L’intelligenza artificiale è molto presente nelle nostre vite e in alcuni casi è diventata indispensabile. Tutti ci chiediamo se l’intelligenza artificiale potrà sostituirci o se un algoritmo potrà decidere per noi. In realtà, abbiamo bisogno di voci autorevoli e competenti, come il Professore Francesco Pira, che ci aiutino a distinguere le notizie vere dalle fake news. I rischi e le opportunità delle nuove tecnologie si possono comprendere solo se ci impegniamo e se siamo disposti ad “ascoltare” chi veicola nel modo giusto i processi in atto.

Questo articolo-intervista con il Professore Francesco Pira mira ad evidenziare le trasformazioni in atto nell’era dell’intelligenza artificiale e soprattutto vuole riscoprire l’importanza dei valori e dei sentimenti.

Professore, l’intelligenza artificiale ha cambiato, e sta cambiando, il nostro modo di vivere e lavorare. I progressi sono significativi in diversi settori della società. Tuttavia, questa innovazione da un lato dona nuove opportunità e dall’altro solleva dubbi e incertezze sul futuro dell’uomo e soprattutto sul rispetto dei diritti umani. Quali sono le sfide che dobbiamo affrontare?

«L’intelligenza artificiale rappresenta quel futuro che tutti noi non riusciamo ancora ad immaginare. Ormai, è chiaro che l’intelligenza artificiale mostra diversi aspetti positivi e negativi. Di fatto, resterà accanto a noi per tanto tempo. L’intelligenza artificiale fa parte delle nostre vite e del nostro vivere quotidiano. Il nostro smartphone costantemente ci suggerisce che tutti i processi che stiamo attivando e che possono essere modificati dall’intelligenza artificiale.

Non ci sono dubbi sul fatto che l’intelligenza artificiale può dare tanti risultati e può fornire risposte concrete, ma per essere opportunamente utilizzata deve essere allenata. Quindi, il problema è capire quanto noi siamo disposti a portare avanti questo allenamento. Chi lo farà e chi deciderà? L’intelligenza artificiale è uno strumento utile, ma se utilizzato male può essere molto pericoloso. Faccio sempre l’esempio dell’intelligenza artificiale che viene sfruttata nel conflitto russo-ucraino e nella guerra in Medio Oriente per uccidere e l’intelligenza artificiale che viene impiegata in molti Presidi Ospedalieri per salvare le vite umane. Ci sono scenari che possono destare preoccupazioni etiche ma se ci fermiamo al fatto che c’è un uomo che comanda una macchina, e decide come utilizzare una macchina, capiamo che ci sarà sempre una responsabilità dell’uomo. L’intelligenza artificiale può fare tanto nella sanità e nella chirurgia e già riesce a raggiungere risultati incredibili. La mente umana può essere tesa al vantaggio, o meglio al bene, oppure tesa allo svantaggio e al male. Siamo di fronte a quella che tanti chiamano terza grande rivoluzione e questa rivoluzione la dobbiamo vivere. Non possiamo vivere nell’angoscia e dobbiamo essere pronti e serve la formazione, l’umiltà, la consapevolezza e la voglia di imparare ad utilizzare le nuove tecnologie. Il nostro paese non è abituato alla formazione e non siamo educati alla formazione.Tutti parlano dell’intelligenza artificiale, ma pochi si documentano e non conoscono i possibili risvolti etici. Cito il Professore Luciano Floridi il quale nel suo testo “Etica dell’intelligenza artificiale” ci spiega che l’intelligenza artificiale va vissuta e sperimentata e non possiamo fermare il progresso. Purtroppo, c’è un problema generale di disinformazione, di disintermediazione e di formazione con tanti limiti. I percorsi di formazione sull’intelligenza artificiale non riguardano l’impatto pedagogico e psicologico e si spendono soldi senza risultati. Noi lavoriamo per le nuove generazioni e ci preoccupiamo dell’impatto dell’intelligenza artificiale e del Metaverso, ma perdiamo di vista il tipo di educazione che stiamo offrendo ai giovani. Ognuno di noi deve fare la sua parte e deve acquisire una consapevolezza sociale. Inoltre, è fondamentale capire quanta umanità mettiamo nell’utilizzo delle tecnologie. Le tecnologie ci possono aiutare ed è aberrante che le utilizziamo nelle guerre. Quello che sta accadendo nei conflitti in atto è disumano e mi fa tanta paura. L’intelligenza artificiale non deve e non può servire per disumanizzare l’umanità».

…E proprio al Metaverso e all’intelligenza artificiale è dedicato il suo ultimo libro PIRAterie 3 – Un PIRAta tra Metaverso e Intelligenza Artificiale, edito da Medinova di cui è patron Antonio Liotta. Che cosa ha scoperto il PIRAta in questo nuovo e coinvolgente viaggio?…

«Sì, PIRATERIE 3 riprende idealmente quel percorso temporaneamente interrotto il 25 aprile 2021, data dell’ultimo articolo contenuto nella raccolta PIRATERIE 2 La Vendetta – riflessioni sulla social esistenza quotidiana. In questo itinerario il PIRAta si interroga sul Metaverso e l’intelligenza artificiale, due mondi inesplorati. L’intelligenza artificiale potrà prendere il posto dell’uomo? L’uomo saprà educare l’intelligenza artificiale? Quali saranno le ricadute etiche dell’intelligenza artificiale?PIRATERIE 3 affronta un excursus tra quello che ci appare complicato e quello che ci affascina. Micro analisi sociologiche che prendono spunto da fatti di cronaca, da storie ed eventi accaduti sul web.

Ci sono tante domande che aspettano delle risposte e non solo riguardo alle nuove tecnologie. Uno degli aspetti più critici riguarda la frantumazione della società conseguenza del passaggio dalla dimensione del consumo a quella del consumismo che ha trasformato gli individui in merce essi stessi. Le relazioni nascono online e sono caratterizzate da diversi fenomeni particolari. Ma non solo. La crisi generata dalla pandemia è stata acuita dal dramma della guerra. È scoppiato un conflitto alle porte dell’Europa tra la Russia e l’Ucraina. Ogni giorno riceviamo le immagini di questa tragedia umanitaria e non riusciamo a stare tranquilli, perché sappiamo che abbiamo di fronte un futuro incerto. Allora, il PIRAta chiede ai suoi lettori, attraverso le otto sezioni in cui il libro è stato suddiviso, di riflettere e di non perdere mai il sorriso e la speranza. Il nostro dovere è quello di preservare la pace, il bene comune e la dignità di ogni persona. Il nostro domani deve essere costruito, seguendo i sentieri dei valori, della fraternità umana, dell’amicizia e soprattutto dell’amore fra gli uomini».

Il 9 Agosto 2024, è stato pubblicato il primo numero della rivista Addiction& Social Media Communication. Un progetto davvero importante che servirà a valorizzare la ricerca scientifica, attraverso diverse sensibilità professionali che possiedono eccellenti conoscenze e competenze. Un insieme di visioni culturali ed esperienziali differenti che doneranno al lettore dati concreti su cui ragionare. Come è nata la rivista? Quali sono i temi che verranno affrontati?

«Sì, è stato pubblicato il primo numero della rivista Addiction& Social Media Communication di cui siamo Editor in Chief io e Melania Mento, Professoressa Associata di Psicologia Clinica. Una rivista multidisciplinare, che si avvale di un Comitato Scientifico Internazionale e si propone di pubblicare studi sulle dipendenze comportamentali, sui rischi comportamentali in rete, sulla comunicazione online e sulle piattaforme social, riunendo ricerche, teorie e metodi di indagine, che coinvolgono gli ambiti psicologici e sociologici. Viene pubblicata grazie a Open Journals Messina ed è un progetto curato dal Sistema Bibliotecario dell’Università di Messina, che si serve della piattaforma di pubblicazione open source “Open Journal Systems”, lo strumento più diffuso al mondo per la pubblicazione di riviste scientifiche ad accesso aperto di ambito accademico e che gestisce l’intero processo editoriale. Un grazie sincero al Dottor Nunzio Feminò e lo staff dello SBA. Grazie al Comitato Scientifico e alla redazione tutta per il grande lavoro che stanno portando avanti con tanto impegno e dedizione».

Professore, il suo impegno sociale è inarrestabile. Ogni giorno, mette a disposizione delle persone le sue competenze e le sue ricerche accademiche. Ma non solo. La sua comunicazione trova piena realizzazione nel volontariato e nell’associazionismo. Adesso, è il nuovo Presidente della Zona 26 Agrigento del Lions Club International. Il prestigioso incarico gli è stato conferito dal nuovo Governatore del Distretto 108Yb Sicilia, prof. Mario Palmisciano. In questo nuovo Anno Sociale, 2024/2025, avrà il compito di coordinare i quattro club che fanno parte della Zona 26: Agrigento Host, Agrigento Chiaramonte, Zolfare (Aragona, Comitini, Grotte e Racalmuto) e Agrigento Valle dei Templi. Come vive questa responsabilità? Quanto è importante per lei il Lions Club International?

«Sì è vero ho ricevuto l’incarico di Presidente della Zona 26 Agrigento e ringrazio il Governatore prof. Mario Palmisciano, per questa importante responsabilità che mi è stata affidata. Questo è un momento complesso per la nostra società e con Rispetto, Armonia e Sorriso (le tre parole chiave dell’Anno Sociale) dobbiamo lavorare sul nostro territorio che vive una sfida importantissima l’appuntamento con Agrigento 2025. Il mio impegno nei Lions nasce tantissimi anni fa nel Leo Club, la struttura che associa i giovani Lions. Ho avuto un incarico importante distrettuale come Direttore Responsabile della rivista “Il Resto del Leoncino”. Un po’ di anni fa sono entrato nei Lions ad Agrigento prima come socio onorario e poi sono stato tra i soci fondatori del Lions Club Valle dei Templi, presieduto attualmente dall’ avvocato Gaetano Salemi. Sento la responsabilità di guidare i quattro club che mi sono stati affidati. Insieme affronteremo nuove sfide, lavoreremo sempre con umiltà e a testa bassa. Il confronto e il dialogo ci aiuterà ad intraprendere grandi iniziative tese a supportare le categorie più fragili e quanti hanno bisogno del nostro aiuto. I Lions si pongono come intermediari tra le nuove tecnologie e la società civile, organizzando convegni e dibattiti con le istituzioni del territorio in cui operano.».

Ringrazio il Professore Francesco Pira per questa intervista perché, da eccellente sociologo e giornalista, sa veicolare il suo sapere e soprattutto valori e sentimenti.Voglio ricordare uno dei pensieri di Henry Ford, imprenditore statunitense, “C’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti”.La scienza ci pone davanti a numerosi cambiamenti e noi, cosi come ci suggerisce il Professore Pira, dobbiamo essere pronti ad educare correttamente le nuove generazioni e a rispettare i principi etici e morali, perché non possono essere calpestati da nessuno.

*Il Professore Francesco Pira, siciliano, è Professore associato di sociologia. Autore di oltre 70 numerose pubblicazioni scientifiche e saggi, si è sempre occupato di comunicazione sociale. È stato Coordinatore e Responsabile Scientifico per l’Italia del Progetto OIR – Erasmus + (Open Innovative Resources) che si è concluso a maggio del 2023. È Garante dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Comune di Realmonte (Agrigento) e Presidente della Commissione Toponomastica del Comune di Licata (Agrigento). A marzo 2024 è stato nominato Presidente della branch Comunicazione Media e Informazione dii Confassociazioni, di cui era stato Vice Presidente e dal giugno 2020 è Presidente anche dell’Osservatorio Nazionale sulle Fake News. Nel giugno 2008 è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

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