“Una donna di notte”, una fotografia flou con numerosi parti oniriche

Articolo di Gordiano Lupi

Una donna di notte (1979) è una pellicola erotica scritta e sceneggiata dal regista con la collaborazione di Roberto Gianviti e Paolo Vidali. Sandro Mancori realizza una fotografia flou con numerosi parti oniriche e Gianfranco Plenizio compone una suggestiva colonna sonora. Tony Rossati non sbaglia niente come scenografo e costumista, mentre Adalberto Ceccarelli cura a dovere il montaggio. La pellicola è il trionfo di Lorraine De Selle come sensuale protagonista che irretisce un diligente Otello Belardi che veste i panni dello scrittore in crisi. Daniele Vargas è un credibile editore tiranno che obbliga il suo autore a scrivere per la collana erotica “I libri che si leggono con una mano sola”. Nel cast c’è pure il transessuale Ajita Wilson che si fa notare in una bella parte onirica con Lorraine De Selle. Lo scrittore si ispira costruendo una doppia vita alla affascinante vicina di casa che spia dalla finestra del suo appartamento. Lorraine De Selle esce ogni giorno alle nove e trenta e presta il fianco alle fantasie dello scrittore che immagina per lei incontri di vario tipo. La protagonista delle sue avventure è guidata da una bestia immonda che la spinge a provare ogni tipo di rapporto erotico. Ricordiamo una De Selle molto sensuale con colbacco bianco, irretita da Ajita Wilson che balla nuda e si destreggia in un’intensa scena lesbica. Sono tutte fantasie oniriche dello scrittore che immagina un uomo insoddisfatto tra le due donne e subito dopo un nano con un pene mostruoso. Il film è strutturato su un continuo alternarsi di realtà e fantasia, ben riuscito, recitato con ironia e spesso divertente. Il protagonista è ancora una volta uno scrittore in crisi, ma siamo ben lontani dalle atmosfere cupe e angoscianti de Le mani di una donna sola.  Lo scrittore deve finire il lavoro in pochi giorni, manda via persino la puttana che riceve una volta a settimana, perché ha poco tempo. Rossati ironizza sull’erotismo, genere che pratica come regista, lo fa definire zozzeria dalla prostituta. “Ho cambiato genere perché devo magiare” si difende lo scrittore, che si è fatto venire l’ulcera perché non scrive le cose che vorrebbe. Giulio Cassani è il dottor Di Giulio, il principale di Bianca Maria nella finzione romanzesca, che incontra la sua amante sulla spiaggia di Ostia. Rossati realizza una parte romantica volutamente sopra le righe, musicata da Plenizio con un sottofondo drammatico, durante la quale la ragazza e il compagno si rincorrono sull’arenile. Cassani pesta una cacca, la sequenza comica sdrammatizza la tensione mentre la De Selle incontra un ruvido pescatore e si concede alle sue voglie. Una nuova parte erotica mostra il pescatore che sodomizza la ragazza sopra una rete da pesca. Rossati cita e mette in ridicolo la letteratura erotica stile Emanuelle quando fa dire allo scrittore che Bianca Maria avrebbe dovuto toccare il fondo per risorgere. Il romanzo procede verso la vittoria della donna sulla bestia immonda, ma soltanto dopo aver toccato davvero il fondo. Lo scrittore incontra la vicina di casa al bar, diventano amici, si rende conto che entrambi sono divorziati, la invita a casa e finiscono a letto insieme. Molto bella la parte in cui lo scrittore versa da bere e la donna resta nuda sopra una sedia in attesa. “Abbiamo già rotto il ghiaccio” dice.  La De Selle conduce il gioco, l’erotismo è mitigato dall’ironia, perché mentre lecca con passione il corpo dell’uomo spuntano i calzini blu e gli slip ancora da sfilare. “Non ero preparato. Credevo che le cose andassero così solo nei romanzi” conclude lo scrittore che va in bianco e si addormenta. In compenso trova il finale per il romanzo, perché sogna Bianca Maria che taglia il pene del suo uomo con un colpo di rasoio e si spalma il sangue sul corpo. Una parte onirica di taglio splatter, ancora una volta salvata dall’ironia. “Bella figura di merda. Però ho trovato il finale” conclude lo scrittore. Adesso può far toccare il fondo al personaggio, che nella realtà è erotico come nella fantasia, ma lui non è all’altezza.

   Nello Rossati si conferma autore interessante e confeziona insieme a Roberto Gianviti e Paolo Vidali una storia dai risvolti torbidi che si avvale della interpretazione di una stupenda Lorraine De Selle, nuda quasi quanto in Vacanze per un massacro (1979) di Fernando di Leo. La produzione impone il sottotitolo Porno romanzo d’amore e in seguito lo riedita come I porno giochi di una donna di notte, per vendere il prodotto a un pubblico in cerca di visioni proibite. Non solo. La frase di lancio grida: “Con Lorraine De Selle, la nuova pornodiva del cinema francese, parteciperete ai giochi più proibiti ed eccitanti!”. Altri tempi…In realtà si tratta soltanto di un film ironico che gioca sul registro fantasia – realtà, sui sogni proibiti di un uomo frustrato e sul suo immaginario erotico. Una donna di notte può essere letto anche – come fa Mereghetti – come una gustosa parodia dell’erotismo casereccio ormai scomparso e come un contrasto tra squallore quotidiano e fantasie fiammeggianti. Da citare anche la presenza del transessuale Ajita Wilson (Gola profonda nera, 1976) nella parte di una lesbica.

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