“Una famiglia perfetta”, un film di Paolo Genovese che non stupisce

Articolo di Gordiano Lupi

Il cinema italiano non ha idee, soprattutto comiche, sempre più spesso si mette alla ricerca di cose già fatte all’estero per produrre stanchi remake che non hanno neppure il pregio dell’originalità. Fernando León de Aranoa nel 1996 aveva già diretto Familia, in Spagna, opera che viene saccheggiata da Genovese, Miniero e Gaudioso per sceneggiare Una famiglia perfetta. La trama vede un uomo di mezza età ricco e solitario (Castellitto) assumere una compagnia di attori per mettere in scena il Natale ideale, in pratica gli interpreti dovranno recitare un copione e far vivere al protagonista il pranzo e la notte della Vigilia che ha sempre sognato. Il padrone di casa sceglie tutto, persino i figli che avrebbe voluto, un fratello, la consorte, la madre, quindi dà il via alle danze partendo dalla colazione di Natale, senza dimenticare tombolata, regali sotto l’albero e messa solenne. Il finale è un piccolo colpo di scena, perché il riccone aveva organizzato tutto per tentare di riconquistare una vecchia fiamma, facendole capire la vita che avrebbe potuto offrirle. La cosa migliore del film è la dimensione sospesa tra realtà e finzione, lo svelare i trucchi scenici, la magia di un’interpretazione, il pianto e il sorriso, la morte e la felicità. Il regista è bravo a tenersi in bilico tra i due piani narrativi e – se fosse farina del suo sacco – sarebbe persino encomiabile lo sforzo di realizzare una commedia sulla differenza tra arte e vita, tra realtà e finzione. Quando scopriamo che il soggetto non è originale ogni opinione positiva sul film svanisce come nebbia al sole, restano solo alcune buone prove di attori di consumata esperienza come Castellitto, Giallini, Occhini, Gerini e Neri, poco altro, se non una fastidiosa colonna sonora e dei movimenti di macchia imbarazzanti per sottolineare trovate assurde. Da salvare un’ispirata fotografia di Luca Masiero che immortala la campagna umbra e le strade di Todi nei giorni di Natale. Maurizio Mattioli recita un piccolo cammeo come manager romano di comparse, in un ruolo dialettale per lui diventato un cliché.

Regia: Paolo Genovese. Soggetto: Luca Miniero, Massimo Gaudioso. Sceneggiatura: Paolo Genovese, Fernando León de Aranoa, Marco Alessi. Fotografia: Federico Masiero. Montaggio: Consuelo Catucci. Musiche: Emanuele Bossi. Scenografia: Tonino Zera. Paese di Produzione: Italia, 2012. Lingua Originale: Italiano. Durata: 120’. Genere. Commedia. Case di Produzione: Medusa Film, Lotus Productions, in collaborazione con: Ifitalia, Libero Mail, Sky Cinema, Mediaset Premium. Distribuzione Italia: Medusa Film. Interpreti: Sergio Castellitto (Leone), Claudia Gerini (Carmen), Carolina Crescentini (Sole), Marco Giallini (Fortunato), Eugenio Franceschini (Pietro), Ilaria Occhini (Rosa), Eugenia Costantini (Luna), Francesca Neri (Alicia), Paolo Calabresi (Manolo), Sergio Fiorentini (uomo del cimitero), Maurizio Mattioli (Almerico Zaniboni).

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