Scrittore di costume è costretto a rientrare negli Stati Uniti dalla Francia per debiti col fisco. Arrivato in America, scopre che il suo commercialista è scappato e decide di lavorare a un libro sulle abitudini maschili nel suo paese. Dopo essersi trasferito alla residenza Paradiso, diventerà obbiettivo delle signore vicine di casa e troverà l’amore per la prima volta. Uno scapolo in paradiso è una commedia brillante che prova a raccontare la famiglia Usa negli anni sessanta. Il paradiso non è altro che un quartiere a misura di bambino, dove la vita scorre lenta e le casalinghe sono frustrate e poco considerate dai mariti.
Il protagonista è un dongiovanni che ha passato tutta la sua vita parlando delle donne senza mai innamorarsi di una. Bob Hope, nel ruolo dello scrittore, delizia con il suo umorismo e le battute che l’hanno reso famoso. Il film ha uno sguardo sarcastico sulla tendenza dell’americano medio a farsi fagocitare da controllori sociali, come la televisione o il baseball, propri di una routine intoccabile. Dietro la serenità del “paradiso” però i desideri sono gli stessi e il regista analizza la femminilità un po’ smorzata cui le signore sono costrette per il quieto vivere.
Il tratto disinvolto è nella costruzioni di gag ed equivoci propri di un genere , scene che divertono e fanno riflettere lasciando una testimonianza storica interessante. Protagonista femminile è Lana Turner, attrice poliedrica in grado di passare attraverso i generi con il medesimo talento recitativo. La sceneggiatura, scritta su Hope, è di gran ritmo, garantito attraverso la completa assenza di tempi morti. Il film diverte e, pur non essendo un capolavoro, ha il gran pregio di far apprezzare il talento del suo protagonista. Bob mette a disposizione della trama la sua abilità nel rompere qualsiasi dialogo utilizzando una sola espressione e accompagnandola a parole definitive .