Come nei precedenti film, il tema del doppio è usato per specificare come niente possa cambiare senza un reale cambiamento interiore e che solo abbandonando il controllo sul contesto si possa ar-rivare a realizzare i propri sogni. Naturalmente, la dicotomia oscura dei protagonisti sono, in realtà, ostacoli psicologici creati da loro stessi o da loro precedenti incarnazioni innocenti per permettere la crescita e lo sviluppo della loro vita, possibilmente verso nuovi traguardi.
Il gioco cinematografico si basa sul poter dar forma a quelle paure, a quei dubbi, agli incubi che ognuno di noi ha nel creare il riflesso distorto per portarlo davanti, inevitabilmente, al protagonista. Dove una volta incontrato, niente sarà più come prima. Lo stesso tema è il leitmotiv di “Us”, il più recente film horror, del 2019, di Jordan Peele. L’innovativa trama del film racconta la disavventura di una famiglia di colo-re composta da: Adelaide e Gabe, moglie e marito, e Zora e Jason , figli, quando, in una sera qual-siasi, viene raggiunta e aggredita dai rispettivi doppelganger, o le incarnazioni fisiche e reali dei lo-ro sosia oscuri.
L’aggressione violenta subita dalla famiglia è solo l’inizio di una avanzata militare da parte dei sosia, comandata da Red , il riflesso oscuro di Adelaide, in tutta l’America per vendi-carsi del loro governo che anni prima li aveva creati per un esperimento dedito alla creazione di cloni, ma gettati una volta compresa l’inutilità, nei sotterranei degli Stati Uniti. Il finale del film contiene un colpo di scena straordinario: Adelaide, che da bambina aveva avuto un incontro con Red, e che per tutta la vita ha sofferto per quello scontro, si scopre in realtà essere un sosia che nel corso degli anni e con gli aiuti del caso, è riuscita a costruirsi una famiglia ed essere felici.
L’originale Adelaide, da bambina, si scontrò all’interno nella sala degli specchi del Luna Park con Red, e venne scambiata dalla rivale e portata nel rifugio degli altri cloni. Mentre la sosia, Red, di-venne Adelaide e si adattò con gli anni alla vita della superficie. Al contempo, Adelaide divenne Red e leader dell’armata sotterranea affinché progettasse la vendetta di un popolo incatenato al buio ed alle tenebre perenni. Lo sguardo del figlio Jason, nel finale, fa intuire che non solo sia a cono-scenza della vera identità della madre ma che lui stesso possa essere stato sostituito con il suo sosia malvagio. Il regista del film usa il pretesto narrativo dei doppi malvagi per lanciare una ben struttu-rata polemica alla struttura dell’America: infatti quando la famiglia vede per la prima volta i sosia, domanda loro della loro identità sentendosi rispondere che sono americani.
Gli stessi americani oscuri che capitani da Red progetterà una Hands Across America, una catena umana nella quale tut-ti si tengono per mano per beneficenza e solidarietà, che nel disturbante finale prenderà vita, chiu-dendo ciclicamente il film, dato che anche all’inizio del film ne era stata organizzata una dagli ame-ricani di superficie, destinata però all’insuccesso per la mancanza di adesione al progetto, e di pale-se disinteresse. Il regista ci indica in questo modo che nella parte peggiore di noi (Us il titolo del film che vuol dire Noi nella traduzione italiana, US che significa anche United State, gli Stati Uniti d’America, luogo dove si svolge la vicenda) i cloni malvagi, possa essere presente l’amore e l’umanità che spesso ci dimentichiamo.
E anche se i doppelganger ed i loro vestiti possono sembra-re un richiamo alla sinistra storica (Red è il nome dell’avversaria che in italiano significa rosso, come il colore dei loro vestiti e la bandiera del Comunismo) che profetizza una rivoluzione del pro-letario per combattere il capitalismo, il tema del doppio è in realtà il tema principale del film. Cosi come la sua citazione della Bibbia, che prende in considerazione il verso 11 (due numeri uguali che seguono strade opposte, ed è un numero ricorrente nel film, alle undici inizia l’attacco dei cloni) dove si preannuncia la venuta di una sventura proveniente mandata da Dio, e di come lui stesso non farà niente per arginare. Un film che mescola molti generi: un home invasion, dove la famiglia vie-ne attaccata in casa, un thriller adrenalinico ed un horror disturbante.
Tenendo di conto della storia, dello stile e dell’idea che i registi hanno usato per i loro film, è possi-bile e auspicabile, costruire un triangolo onnisciente che collega tutte queste opere. La storia dei film è rappresentata dalla materializzazione del doppio, lo spaccarsi con quello che noi intendiamo per normalità facendola affondare nella consapevolezza in una dicotomia oscura, per poi convergere le linee narrative nell’inevitabile scontro finale, fisico o onirico del caso. Lo stile del film e l’idea del regista permettono la creazione di quelle sceneggiature che permette la comprensione dell’idee, ed è qui che la nostra osservazione dovrebbe convergere per creare punti in comune o discordanti, affinché sia possibile vederne le strutture cinematografiche.
L’innovazione di una critica costruttiva sta nella valutazione di un film, nel comprenderne la maggior parte delle peculiarità e saperle collo-care anche in un contesto sociale e mondiale. Ciò che rende interessante il Cinema e la sua industria è la suggestione con la quale ci tendono la mano: la capacità di poter realmente esplorare e sublima-re ciò che di nascosto abbiamo dentro la nostra anima. Ed è esattamente ciò che viene raggiunto. Fortunatamente per loro, e fortunatamente per noi. Silenziosi ma attenti spettatori di un universo ci-nematografico e fantasioso dove tutto è possibile.