Vecchi e nuovi Pentagono papers

Articolo di C. Alessandro Mauceri

Julian Assange è chiuso in una prigione, ma notizie compromettenti che riguardano l’operato dei governi continuano a venire a galla.

Come quelle delle scorse settimane sulle intercettazioni del Pentagono. Ancora una volta, non si tratta di una o due paginette sfuggite al controllo di sicurezza, ma di una valanga di centinaia di documenti. molti dei quali top secret, ma tutti imbarazzanti e compromettenti.

Alcuni sono documenti classificati, alcuni etichettati top secret, il più alto livello di classificazione (sembrano essere diapositive informative preparate dal capo di stato maggiore dell’esercito americano). Altri riportano il marchio NOFORN, ovvero “non rilasciabile a cittadini stranieri”. Si tratta di documenti che non possono essere condivisi nemmeno con agenzie di intelligence straniere, tra cui Five Eyes, la collezione di agenzie di spionaggio negli Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Australia e Nuova Zelanda, secondo il Times. In alcuni casi si tratta di documenti veri e propri, in altri di foto che mostrano documenti sgualciti posti sopra riviste e altri oggetti domestici.

Questi documenti sono apparsi per la prima volta sulla piattaforma multimediale online Discord. Solo successivamente (il 5 aprile) sul Times e su altri giornali. Un fatto questo non secondario. Discord non è una concorrente Wikileaks. Nasce da un’idea di Jason Citron, programmatore di computer, che pensava ad un’applicazione di chat per le persone che giocano online. In pochi anni si è fatta una reputazione come prodotto di nicchia, ma sempre in un ambito molto limitato: i giocatori online più accaniti. Gli utenti di Discord possono unirsi a un server – o ad una chat room – accettando un invito o creando un proprio spazio online. All’interno di questo spazio, i membri possono comunicare tra loro.

Secondo l’FBI, la “spia” sarebbe Jack Teixeira, militare poco più che 21enne in servizio al dipartimento di intelligence della Guardia Nazionale, sezione Aeronautica. È già comparso davanti ad un giudice che ha formalizzato l’accusa di violazione della legge sullo spionaggio, in particolare di detenzione e trasmissione non autorizzate di informazioni di difesa nazionale, nonché di prelievo non autorizzato di informazioni classificate e materiali di difesa. Ma davvero è lui il responsabile di tutto questo? Chi è Jack Teixeira?  É nato a Dighton, in Massachusetts, un piccolo centro in cui la vita ruota intorno all’agricoltura. “Questa città non è mai conosciuta per niente. Se chiedi indicazioni alle persone, non sanno dove si trova Dighton”, ha dichiarato un abitante di Dighton alla Bbc. Tutti gli abitanti di questa città intervistati si sono dichiarati increduli: per loro Teixeira è un “ragazzino”. Non è nemmeno un “militare”: è semplicemente membro della Guardia Nazionale (anche se incaricato dell’ala dell’intelligence della Massachusetts Air National Guard). “È un ragazzo che non ha pensato a quello che stava facendo, alle conseguenze o a cosa significa per questo paese” ha dichiarato un suo compaesano. I compagni di scuola lo ricordano come un ragazzo a cui piacevano i videogiochi ma anche la storia militare.

L’FBI avrebbe scoperto questo “ragazzino” dopo aver interrogato, il 10 aprile, uno degli utenti di Discord che avrebbe rivelato che Teixeira gli aveva detto di aver deciso di iniziare a fotografare i documenti perché temeva di essere sorpreso a trascriverli sul posto di lavoro. Il 12 aprile, l’Fbi sarebbe risalito da Discord a Teixeira dai dati di fatturazione delle chat. Fatto questo che sposta ulteriormente questa vicenda sempre più in basso sulla scala della credibilità: possibile che una persona così intelligente e preparata da violare i maggiori livelli di sicurezza dei servizi segreti USA abbia lasciato tracce sulle fatture?

E poi cosa c’era scritto di così strano in questi documenti da far venire voglia di pubblicarli? Alcuni dei documenti proverrebbero dalla Central Intelligence Agency. Altri da agenzie della comunità di intelligence, tra cui la Defense Intelligence Agency e la National Geospatial Agency. Agenzie che collaborano tra loro (e con altre) per raccogliere, analizzare e condividere informazioni. In totale sarebbero 18 agenzie di intelligence, tutte supervisionate dall’Ufficio del Direttore della National Intelligence. E il 21enne Teixera sarebbe riuscito a violare i codici di sicurezza di tutte queste agenzie?

Nei documenti divulgati sono contenute informazioni sul conflitto Russia-Ucraina. Sarebbero trapelati dati sugli spostamenti e sulle capacità militari di Russia e Ucraina. Sulla disponibilità di armi e armamenti (i sistemi di difesa SA-11 dell’Ucraina dovrebbero esaurirsi entro il 31 marzo, i sistemi missilistici S300  SA-10 entro il 2 maggio). Fatto questo che lascerebbe l’Ucraina vulnerabile agli attacchi aerei della Russia. Un documento riguarda la capacità delle truppe di terra della Russia. In un altro sarebbe riportato il numero di morti per entrambe le parti in conflitto: le stime delle vittime civili ucraine riportate invece potrebbero variare tra 8.101 e 41.000; tra 189.500 e 223.000, invece, i combattenti russi uccisi o feriti in azione. Un documento riporterebbe le accuse dal Servizio di sicurezza federale di Mosca (FSB) al Ministero della Difesa russo colpevole di aver “offuscato” il totale delle vittime in Ucraina escludendo le morti della Guardia Nazionale, del Gruppo Wagner, dei mercenari ceceni e di altre organizzazioni non ufficiali. Dall’altro lato, le perdite ucraine sarebbero tra 124.500-131.000 unità.

Ma non basta. Tra i documenti anche dati e considerazioni degli USA su molti paesi, alleati e non. Un documento parlerebbe di una società militare privata russa, “Vegacy [Strategic] Services” che, in coordinamento con un gruppo legato a Wagner noto come “The Farm”, avrebbe tentato di addestrare alla protesta 150 persone in Turchia. Un progetto poi cancellato e trasferito in Russia. Un altro documento parlerebbe di una possibile minaccia cinese collegata al “dirottamento” delle reti satellitari occidentali: secondo l’intelligence USA la Cina starebbe “probabilmente sviluppando capacità di attacco informatico per negare, sfruttare e dirottare” i collegamenti e le reti satellitari occidentali e potenzialmente prendere il controllo di un satellite. Un documento farebbe riferimento alla Giordania incerta sulla decisione se utilizzare o meno Huawei per il 5G.

Tra i documenti anche quello che riporterebbe intercettazioni e rapporti riguardanti il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres per gli Stati Uniti troppo solidale con gli interessi della Russia quando ha rinegoziato l’accordo sul grano del Mar Nero.

Nei documenti del Pentagono intercettati, secondo quanto riferito dalla Bbc si parlerebbe di come “Guterres ha sottolineato i suoi sforzi per migliorare la capacità della Russia di esportare” e che lo farebbe, “anche se ciò coinvolge entità o individui russi sanzionati”. L’approccio di Guterres starebbe “minando gli sforzi più ampi per ritenere Mosca responsabile delle sue azioni in Ucraina”, secondo quanto riferito da un documento. Un altro documento di febbraio riporterebbe che Guterres si sarebbe detto “sgomento” dell’appello della presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, che chiedeva all’Europa di produrre più armi e munizioni.

Le autorità USA non hanno detto molto sulla vicenda. Hanno cercato di minimizzare.  Per ciò che riguarda le intercettazioni delle NU, si sono affrettati a dire che tali documenti, sebbene non ancora verificati, “sembrano contenere materiale sensibile e altamente classificato”.

Ora dopo la diffusione di documenti del Pentagono secondo i quali Washington avrebbe spiato paesi amici tra cui Corea del Sud e Israele, si sta tentando di riallacciare i rapporti con gli alleati. Il segretario alla difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, ha parlato con il suo omologo sudcoreano martedì mentre i funzionari di Seoul hanno negato la possibilità che l’ufficio del presidente possa essere stato la fonte di fughe di notizie sulle vendite di armi sudcoreane agli Stati Uniti.

Il governo ucraino si è precipitato ad affermare che le informazioni contenute nei documenti non hanno messo a repentaglio una controffensiva pianificata.

Facendo eco ai commenti del portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, John Kirby, che ha affermato che le informazioni trapelate “non hanno alcun interesse … sulle prime pagine dei giornali o in televisione”, il capo delle forze di difesa australiane, generale Angus Campbell, ha descritto la fuga di notizie potenzialmente dannose e ha ribadito che la loro diffusione potrebbe minare la fiducia tra gli alleati. Dal canto loro gli USA continuano a gettare acqua sul fuoco: secondo loro alcune informazioni potrebbero essere false, altre non danneggerebbero più di tanto i rapporti con gli alleati.

Invece, si tratta di un fatto che desta notevoli preoccupazioni. Prima di tutto perché è l’ennesima dimostrazione delle innumerevoli violazioni dei segreti di stato perpetrati dai servizi segreti di uno stato sovrano. Ma soprattutto perché sono l’ennesima dimostrazione che la sicurezza della maggiore potenza mondiale per armi e armamenti è facilmente violabile. Non è la prima volta che documenti segreti vengono diffusi al pubblico. Non è la prima volta che si parla di Pentagon Papers. La prima fuga di notizie riservate risalirebbe addirittura agli anni Sessanta: 7.000 pagine del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d’America contenenti uno studio approfondito sulle strategie e i rapporti tra USA e  Vietnam, dal 1945 al 1967, vennero copiate diffuse sui giornali da Daniel Ellsberg. Prima sul New York Times e poi sul Washington Post. Il presidente in carica, Nixon, capì che questa fuga di notizie era un rischio per la credibilità del paese. Ordinò un’indagine su Ellsberg e chiese a Egil Krogh e David Young, soprannominati scherzosamente gli “idraulici” (plumbers), di tappare le falle. I controlli si estesero a macchia d’olio fino al 1972, quando scoppiò lo scandalo Watergate che portò all’impeachment di Nixon. E alle sue dimissioni nel 1974.

Ora comie allora, le fughe di notizie hanno sollevato un quesito imbarazzante per i vertici alla Casa Bianca: possibile che un ragazzino di 21 anni sia riuscito a violare il più alto livello di sicurezza dei servizi di intelligence del paese? Cosa potrebbe fare un team di hacker? E ancora: possibile che di tutto questo i servizi segreti USA si siano accorti solo quando quel ragazzino (ammesso che sia lui il colpevole) è prevalso il gusto di farli vedere ai compagni di gioco? A conti fatti, per la reputazione degli USA e dei suoi servizi segreti, era meglio avere a che fare con Julian Assange e i suoi “informatori”. 

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