Violenza di genere e violenza mafiosa

Articolo di Domenico Letizia

Sussistono delle connessioni importanti fra la violenza subìta dalle donne e la violenza mafiosa, esercitata su uomini e donne. Esigenza di controllo dei corpi e dei territori, esercizio e abuso di potere sono solo alcuni degli elementi che possiamo rintracciare nelle diverse manifestazioni di uso della violenza, che hanno alla base prima di tutto una forte componente di deprivazione culturale e sociale. Si svolgerà giovedì 10 marzo, la presentazione dell’approfondimento televisivo dedicato alla “Violenza di genere e Violenza mafiosa” organizzata dallo Spazio “Psicobrain” diretto dalla dottoressa Angela Ganci, psicologo e psicoterapeuta che analizzerà un importante evento che si terrà a Palermo sabato 12 marzo 2022 a partire dalle ore 16,30. L’emittente ospitante è TGS, televisione a distribuzione regionale in Sicilia, raggiungibile sul canale 15 del Digitale Terrestre. La messa in onda dell’intervista è programmata a ridosso del TG pomeridiano e serale, nello specifico saranno circa venti minuti prima dell’inizio del TG dell’emittente televisiva della Sicilia. All’evento del 12 marzo parteciperanno la Dottoressa Angela Ganci, psicologo psicoterapeuta e scrittrice, la Dottoressa Erika Maniscalco, psicologo, la Dottoressa Marianna Lena, esponente dell’Associazione Afap, associazione famiglie affidatarie Palermo Odv, Luisa Impastato, Presidente dell’Associazione Casa Memoria “Felicia e Peppino Impastato” Onlus e il Dottor Antonino Leonardi, pedagogista. Coordinerà i lavori la Dottoressa Marika Cefalù, Responsabile regionale Sicilia degli Stati Generali delle Donne.

La presentazione si focalizzerà sui contenuti proposti dai relatori che spaziano dall’etiopatogenesi della violenza al tema delicato dell’educazione alla legalità, nonché sulle modalità di iscrizione alla tavola rotonda, con un riferimento condotto alla presentazione contestuale dell’ultimo Volume della specialista Ganci, intitolato: “Pianeta Scrittura, Speciale Medicina, Arte e Benessere”, che verte su importanti argomenti inerenti al mondo della Medicina, dell’Arte e del Benessere. Una scelta ben precisa che ha richiesto uno sforzo importante: provare a narrare storie di donne e violenza per rintracciare gli aspetti e le sfumature della personalità che spesso non balzano agli onori della cronaca e che invece ci restituiscono una descrizione più vera di quella vita, sempre nella direzione di decostruire la figura “dell’eroe solitario che lotta contro le mafie”, per avvicinarci, invece, a una modalità di contrasto alle mafie fatta di scelte quotidiane e gesti che riguardano tutta la società civile e il rispetto della donna.

Racconti e proposte educative, mediatiche e didattiche che provano a mettere a fuoco i temi che riguardano le questioni di genere, legandole ad alcune storie di donne vittime innocenti delle mafie. Si tratta di comprendere e denunciare quella mancanza di “salto di qualità” che deve compiere il Paese per debellare i reati di violenza contro le donne.

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